Il museo di Steven Tyler mai realizzato a Cotronei finisce sotto inchiesta: lui li diffida

 

 

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Cotronei - "Se il museo non si fa nel palazzo dove ha vissuto e si è sposato mio nonno non deve portare il mio nome". Così nel 2022 Steven Tyler, il front man degli Aerosmith, aveva fatto sapere al Comune di Cotronei, che aveva appena approvato il progetto per la realizzazione di un museo del rock che intitolato proprio a lui, che la location non si poteva cambiare. Ma nonostante questo, l'amministrazione aveva deciso di cambiare luogo senza, però, alla fine, farne nulla. Adesso quel museo mai nato è una delle vicende che ha portato la Procura della Repubblica di Crotone ad indagare per falso ideologico e materiale il sindaco attuale, Antonio Ammirati, l'ex sindaco Nicola Belcastro ed alcuni dirigenti comunali.

Un'indagine partita da una denuncia presentata a seguito della diffida che il cantante fece attraverso la "Associazione culturale Steven Tyler" nata a Cotronei, comune della Sila crotonese, dove nel 1800 era nato Giovanni Tallarico, nonno di Steven Tallarico conosciuto nel mondo come Steven Tyler.  Giovanni Tallarico era un musicista, suonava il mandolino, e come tanti italiani emigrò agli inizi del 1900 per l'America dove fece fortuna. Steven Tyler ha sempre riconosciuto le sue origini italiane e il 26 luglio 2013 si recò a Cotronei dove fu accolto dai parenti rimasti in Calabria, anche loro pronipoti di Giovanni Tallarico. In quell'occasione gli furono donati degli spartiti scritti proprio dal nonno che il cantante degli Aerosmith suonò subito al pianoforte.

Nel corso della visita fu presentata alla rock star l'idea di un museo intitolato a suo nome. "L'idea - spiega l'avvocato Nino Grassi, cugino dell'artista e presidente dell'associazione Steven Tyler - era quella di realizzarla nel palazzo Bevilacqua nel centro storico del paese. Era stata la casa dove aveva vissuto e si era sposato il nonno prima di emigrare. Un'idea che Steven aveva approvato firmando addirittura il progetto".

  Tuttavia, dopo aver ottenuto il finanziamento di 1,3 milioni dalla Regione Calabria, l'amministrazione cambiò idea. Il sindaco dell'epoca, Belcastro, insieme al dirigente dell'ufficio tecnico proposero alla Regione di spostare l'ubicazione in una zona poco distante. Secondo la Procura, però, attestarono falsamente che non era stata accettata la proposta di esproprio.  L'attuale amministrazione, con a capo il sindaco Ammirati ha perfezionato lo spostamento e per questo nell'aprile 2022 l'associazione aveva diffidato il Comune ad utilizzare il nome di Tyler. La Procura ha indagato Ammirati ed il nuovo dirigente dell'ufficio tecnico ritenendo che per non perdere il finanziamento, abbiano attestato falsamente che i ritardi erano dovuti a fattori esterni, mentre l'indagine ha appurato che mancava l'acquisizione da parte del Comune del nulla osta paesaggistico alla Soprintendenza. 

"L'indagine - spiega Grassi - fa seguito alla denuncia che abbiamo presentato ai carabinieri nel 2022 nella quale chiedevamo di fare luce sulla decisione di spostare l'ubicazione dal palazzo ad un altro luogo. Una delocalizzazione che a nostra parere non aveva motivo. Non so se Steven Tyler è a conoscenza di quanto sta avvenendo, ma nei prossimi giorni proverò a mettermi in contatto con lui per spiegargli gli ultimi sviluppi. La nostra idea, che era piaciuta anche a Steven, era realizzare il museo nell'antico palazzo per unire le radici ed il presente della storia della famiglia Tallarico. Invece è stato realizzato un manufatto di cemento armato senza anima".

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