Lamezia Terme – Il geologo Mario Pileggi si sofferma sui risultati del G20 in tema ambientale: “le decisioni del G20 di Roma e il riconoscimento internazionale del successo del premier Draghi – afferma - costituiscono una vera svolta rispetto alla irresponsabile disattenzione di classi dirigenti e media nazionali su G20 e COP26 documentata nel mese di gennaio su ilLametino.it”.
“Va considerato che i leader del G20 si sono incontrati a Roma il 30 e 31 ottobre per affrontare le sfide globali più urgenti di oggi e per convergere su sforzi comuni per riprenderci meglio dalla crisi Covid-19 e consentire una crescita sostenibile e inclusiva nei vari Paesi dell’Occidente e in tutto il mondo. E che nel punto due dei sessantuno contenuti nel documento finale è spiega lo studioso - sottolineato “il ruolo cruciale del multilateralismo nella ricerca di soluzioni condivise ed efficaci, concordato di rafforzare ulteriormente la nostra risposta comune alla pandemia e aprire la strada a una ripresa globale, con particolare riguardo ai bisogni dei più vulnerabili.” Lo stesso documento sottolinea di aver “concordato una visione condivisa per combattere il cambiamento climatico, compiuto passi importanti verso il raggiungimento dell'uguaglianza di genere” e di aver compiuto ulteriori progressi “per garantire che i vantaggi della digitalizzazione siano condivisi in modo ampio, sicuro e contribuiscano a ridurre le disuguaglianze”.
“Ulteriori sviluppi del multilateralismo e delle attività del G20 – aggiunge Pileggi - hanno caratterizzato la conferenza sui cambiamenti climatici di Glasgow, dove i leader mondiali hanno dato il via all'azione accelerata per il clima alla COP26. Significativa la prima Dichiarazione sulle foreste e l’uso del suolo per sottolineare i ruoli critici e interdipendenti delle foreste di tutti i tipi, della biodiversità e dell'uso sostenibile del suolo” per “consentire al mondo di raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile; contribuire a raggiungere un equilibrio tra le emissioni di gas serra di origine antropica; adattarsi ai cambiamenti climatici; mantenere altri servizi ecosistemici.” I leader presenti a COP 26 si sono impegnati a lavorare collettivamente per arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del suolo entro il 2030, fornendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile e promuovendo una trasformazione rurale inclusiva”. “Il multilateralismo – prosegue nella sua analisi - che ha caratterizzato le decisioni dei leader del G20 e COP26 per individuare soluzioni condivise sui problemi dell’ambiente è frutto anche della Lettera Enciclica laudato si’ di Papa Francesco “Sulla Cura Della Casa Comune”. In proposito è significativo, tra l’altro, il capitolo dedicato a “Inquinamento e Cambiamenti Climatici” della stessa Enciclica dove si sottolinea che: “Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia”.
E sugli aspetti relativi ai cambiamenti climatici nella stessa Enciclica si ribadisce che “il clima è un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità̀. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo.” Evidentemente, tenere sempre accesi i riflettori sui pseudoambientalisti utili a “mascherare i problemi o nascondere i sintomi” – conclude il geologo - non giova al bene comune ma agli interessi di retrivi potentati economici e politici che chiedono di cambiare tutto per non cambiare niente”.
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