Lamezia Terme - La figura del testimone di giustizia, Pasquale Mercatante, è emersa ancora una volta nell’ambito del Processo Chimera nel corso della testimonianza in aula del maresciallo dei carabinieri Francesco Farina, in servizio all’epoca dei fatti, a Lamezia Terme. Sette anni di attività a Lamezia nei quali il maresciallo si è occupato principalmente della criminalità organizzata partecipando a diverse operazioni, come Medusa, Perseo e Chimera. E’ proprio nell’udienza odierna del Processo Chimera, contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, che si sta celebrando nell’aula Garofalo davanti al Presidente Carè e, a latere, i giudici Martire e Prignani che il maresciallo racconta di quando Mercatante si presentò all’arma dei carabinieri per denunciare un episodio di estorsione. Cinque gli imputati in questo procedimento che hanno scelto il rito ordinario: Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo.
La figura di Mercatante, riferisce il teste, emerge quando si presenta in caserma per denunciare una presunta estorsione ad opera dei Gualtieri. Era il 19 febbraio 2013. A quella deposizione seguirono altri incontri presso l’arma dei carabinieri, che si concentrano in circa un mese, per Mercatante fu subito avviato un programma di protezione e, successivamente, fu portato in un posto segreto. Mercatante, conosciuto dal maresciallo come una persona con problematiche legate all’uso di sostanze stupefacenti di origini campane ma che da tempo viveva a Lamezia Terme dove era anche iscritto al Sert, si è occupato di verificare se le sue dichiarazioni erano attendibili. Furono, infatti, messe sotto intercettazione le persone citate da Mercatante, tra questi, Nicola Gualtieri, figlio di Cesare, lo stesso Cesare Gualtieri e Peppino Festante.
L’avvocato Claudia Conidi che difende Pasquale Mercatante, che in questo processo si è costituito parte civile, chiede alcune precisazioni in merito a quando già riferito. “La prima volta Mercatante fu ricevuto dai miei colleghi - precisa il maresciallo - e venni informato del fatto. Ho avuto modo di incontrare successivamente Mercatante, lui era molto intimorito ed esternava questi timori. Non voleva tornare a casa”. Mercatante fu inserito in un programma di protezione. In merito all’attività lavorativa di quest’ultimo, il maresciallo riferisce sulla base di quanto sostenuto da Mercatante, che badava ad una persona anziana nelle ore notturne e che, talvolta, alcune zie gli mandavano dei soldi fino a quando i rapporti con essi non si sono inaspriti. Queste, quindi, le fonti di guadagno del testimone di giustizia.
L’avvocato Veneziano, in particolare, chiede al teste se, date le disponibilità finanziarie, Mercatante si poteva permettere di drogarsi. “Lui accumulò debiti per quanto riguarda la droga” riferisce infine il maresciallo Farina. L’udienza è stata rinviata al 24 gennaio con i primi collaborati di giustizia che saranno presenti in video conferenza e un ultimo testimone citato dall’accusa. La dichiarazione spontanea di Cesare Gualtieri ha chiuso l’udienza odierna. L’imputato ancora una volta ha esternato le sue condizioni di salute chiedendo che venga sostituita la misura carceraria al quale è sottoposto con gli arresti domiciliari. L’imputato nega, inoltre, di aver mai conosciuto le persone mostrate ai teste durante l’esame del Pm nella scorsa udienza.
R.V.
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