Lamezia, Presidente Senato in visita nei luoghi della tragedia: “Non possiamo più piangere i morti” - VIDEO

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Lamezia Terme - “Sono qui per portare la vicinanza delle istituzioni a questa terra così martoriata e poi anche per dire basta al ripetersi di queste tragedie, non possiamo più ammettere di porter piangere i morti oppure di dover verificare situazioni ambientali di questo tipo. Occorre oggi un’azione forte da parte dello Stato e per questo la Regione Calabria ha già indetto una situazione di emergenza”. Lo ha detto La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, dopo il sopralluogo nelle aree colpite nei giorni scorsi dalle alluvioni. "Qui, ormai, - continua il Presidente del Senato - di emergenza non possiamo più parlare. È un termine che deve essere bandito dall’agenda sia politica che istituzionale perché qui, ormai, c’è pericolo costante. E, allora, occorre che lo Stato metta in atto tutte le misure che sono necessarie per verificare e monitorare tutto questo sistema ambientale ma anche di carattere idrogeologico visto che il monitoraggio va fatto in presenza di quelle che ormai sono tragedie. Abbiamo statistiche inquietanti che ci danno negli ultimi 18 anni 36 alluvioni contro le tre-quattro degli ultimi 50 anni. Allora, queste statistiche ci dicono una cosa importante: che questi fenomeni non sono emergenziali, per così dire, che fanno riferimento ad un carattere di straordinarietà, perché il pericolo ormai è costante e di fronte a questo non possiamo più stare a guardare”. Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha visitato i luoghi della tragedia avvenuta tra San Pietro lametino e San Pietro a Maida la notte tra giovedì e venerdì quando Stefania Signore, giovane madre di appena 30 anni e suo figlio Cristian di 7 anni hanno perso la vita travolti da un’ondata di fango. Il Presidente del Senato durante la visita ha incontrato anche Angelo Frija, marito di Stefania e papà dei due bambini, con il quale ha interloquito per diversi minuti. La Casellati, sbarcata all'aeroporto di Lamezia, dopo il sopralluogo terrà, nella sede del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Lamezia Terme, una conferenza stampa. Con la sua visita in Calabria intende portare la sua vicinanza alle popolazioni colpite dall'alluvione degli scorsi giorni e ai familiari delle vittime del maltempo. Anche il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, ha effettuato questa mattina un sopralluogo nell'area. La Procura di Lamezia Terme, infatti, ha aperto un fascicolo d’indagine, affidato al sostituto procuratore Giulia Maria Scavello, sulla tragedia avvenuta tra San Pietro lametino e San Pietro a Maida. Omicidio colposo plurimo: questo il reato ipotizzato.

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Le ricerche

Intanto continuano senza sosta, ormai da 4 giorni, le ricerche di Nicolò, l’altro figlio di due anni che era insieme alla mamma e al fratellino più grande che risulta ancora disperso. Questa mattina si è alzato in volo anche un drone dei vigili del fuoco per contribuire alle ricerche che sono effettuate da Polizia, Carabinieri, vigili del fuoco e Protezione Civile con la partecipazione anche di diversi volontari. Partecipano alle ricerche anche uomini del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, con l'ausilio dei cani molecolari.

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La tragedia

La sera di giovedì, quando in tutto il lametino si è abbattuto un forte temporale e si sono verificati fenomeni alluvionali con l'esondazione di fiumi e torrenti, Stefania Signore e i suoi due bambini erano in viaggio per tornare a casa. Di loro si sono perse le tracce intorno alle 20 di giovedì sera quando il marito della donna ha avvertito i vigili del fuoco del suo mancato rientro. La giovane era a bordo della sua auto, poi trovata nella zona di San Pietro lametino con le quattro frecce attivate ma senza nessuno a bordo, di ritorno da Curinga dove era stata a prendere i figli dai nonni e stava tornando a casa, a Gizzeria. Stefania Signore lavorava in un call center, mentre il marito, Angelo Frijia, fa il meccanico in un'officina. La mattina di venerdì il corpo della donna è stato trovato insieme a quello del bambino più grande nel letto di un torrente tra San Pietro a Maida e San Pietro Lametino a circa un chilometro dal luogo in cui è rimasta l’auto e a distanza di circa 50 metri l'uno dall'altro. Si ipotizza che potrebbe essere stata l'acqua raccolta in un canale di scolo e fuoriuscita con violenza, a investire la donna ed il bambino. Ancora senza esito le ricerche del piccolo Nicolò. Sul posto stanno operando i vigili del fuoco che stanno utilizzando anche le ruspe per rimuovere l'ammasso di fango e detriti. Si continua quindi a cercare e a scavare. Le ricerche diventano però sempre più difficili anche per via del fango che con il sole continua a solidificarsi. 

casellati-2-08102018.jpgIl Presidente della Regione Oliverio insieme al deputato Furgiuele e ai sindaci

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casellati-luoghi-tragedia-maltempo5.jpgAnche drone Vigili del Fuoco impiegato nelle ricerche

casellati-luoghi-tragedia-maltempo3.jpgLa base operativa per le ricerche

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