Lamezia Terme - In un clima armonioso e di collaborazione è stato presentato al Teatro Umberto il libro "Tina Anselmi, storia di una passione politica" di Anna Vinci, giornalista, scrittrice e grande amica dell'Anselmi. Più che trattare del libro, autobiografia, la giornalista romana ha preferito raccontare della persona, della 'presenza' e della 'ironia' che contraddistinguevano la prima donna che, nel tempo, ha ricoperto la carica di ministro della Repubblica. Un incontro realizzato grazie alla sinergia di tre associazioni: la Fidapa, con la presenza della presidente Angela De Sensi Frontera, l'Uniter che ha visto la coordinazione dell'evento da parte della vicepresidente Costanza Falvo D'Urso e il Soroptimist, presenziato dalla presidente Lucia Greco. Una figura, quella della sindacalista e deputata Anselmi, per tre volte sottosegretaria al Ministero del Lavoro e della Presidenza Sociale, che le associazioni organizzatrici, di concerto con l'assessorato alle pari opportunità, hanno scelto per celebrare la 'giornata mondiale della donna' a Lamezia Terme. "Oggi ricordiamo le donne sia nelle conquiste sociali e politiche - afferma la prof.ssa Falvo D'Urso in apertura - sia per le violenze subite".
Anna Vinci che arriva in città per la prima volta e della quale città tiene a ricordare l'amicizia con la Blogger Ippolita Luzzo, con voce a tratti commossa ricorda il momento precedente la pubblicazione "Facciamo questo libro mi disse, tanto tu non hai nessun potere alle spalle. Amava stare tra le persone e probabilmente sarebbe stata più contenta della mia presenza qui che altrove. Era una donna fra le donne, come ha detto stamattina Liliana Piricò alla ragioneria".
Tina Anselmi, scomparsa lo scorso novembre, era una partigiana, una donna assai convinta che la storia 'non va dimenticata'. Una storia segnata la sua, ma senza rimpianti. Aveva avuto un solo grande amore ma in merito al suo destino sentimentale esordiva così "È la vita che sceglie, zitella non per obbligo ma per scelta! Avrebbe voluto essere madre Tina - commenta Anna Vinci che nei suoi confronti dichiara un amore lungo 14 anni - ma fu madre della patria". Fra le sue maggiori battaglie si ricordano la chiusura delle case chiuse nel 1958 e la nomina di presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli. Ma Tina Anselmi è stata anche grande attivista, dopo il sindacato ha infatti affiancato le operaie tessili, è stata protagonista della battaglia per il diritto di voto alle donne. S'è sempre sentita dalla parte giusta Tina Anselmi fino però al rapimento di Aldo Moro. "Tina diventa staffetta tra la famiglia Moro e il partito - prosegue Anna Vinci di cui l'ultimo documentario nel 2016 sull'Anselmi è quello curato per RaiStoria - il 9 maggio Moro viene assassinato e per Tina questo evento è il più tragico di tutta la storia del paese". Da quel momento anche la sua vita è a rischio ma nessun giornale ne parla.
Prima della conclusione con i saluti istituzionali la parola è passata al vescovo Vincenzo Rimedio il quale ha ripreso l'importante figura di Tina Anselmi attraverso il messaggio cristiano di Papa Giovanni Paolo II. Una fede particolarmente presente in lei e che, quale concetto rafforzato nell'intervento di Graziella Astorino, assessore alla cultura e alle pari opportunità, deve trovare sempre più ragione di esistere in questo momento storico. "Mi sono innamorata di due cose durante la lettura del libro - spiega l'Astorino - due cose in comune con Tina Anselmi: il fatto di essere cattolica e democristiana e poi il fatto di aver portato avanti temi come la sanità e le pari opportunità". Resta ipnotizzato anche il Sindaco Paolo Mascaro dalla profondità di Anna Vinci. "Siamo in un mondo dominato dalla barbarie - dice Mascaro - in cui solo la sensibilità, la determinazione femminile possono capire quanto la vita deve essere preservata e salvata. Mi domando se oggi Tina Anselmi si sarebbe potuta riconoscere in questo mondo ipersquallido in cui la cosa pubblica viene utilizzata come ulteriore arricchimento".
V.D.
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