Catanzaro – Poco meno di un anno dopo la sentenza di primo grado, è cominciato stamane, a Catanzaro, il processo d’appello scaturito dall’operazione “Chimera”, contro coloro che sono considerati capi e gregari della cosca lametina Cerra-Torcasio-Gualtieri. Nel corso dell’udienza che si è tenuta oggi alla Corte d’Appello di Catanzaro, il sostituto procuratore generale, Carlo Modestino, al termine della sua requisitoria, ha formulato le richieste di condanna. 35 gli imputati a processo che avevano presentato appello, tramite i loro legali, alla sentenza di primo grado che aveva visto la condanna di tutti gli imputati, eccetto tre assoluzioni (Torcasio Rita, Torcasio Angela, Rainieri Aurora), pronunciata il 2 maggio dello scorso anno dal giudice del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia. Trentacinque le condanne, che variavano dagli 8 mesi ai 14 anni per gli imputati che avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato.
Queste le condanne inflitte in primo grado e per i quali il procuratore generale ha chiesto la conferma:
- Nino Cerra, «il vecchio” e «Zu’ Nino”, 13 anni e 4 mesi
- Teresina Cerra, 10 anni
- Pasquale Cerra, alias “Ciancimino”, 9 anni e 4 mesi, 8.000 euro di multa
- Luca Cerra, 6 anni e 5.000 euro di multa
- Vincenzo Torcasio, 13 anni
- Alessandro Torcasio cl. 86, 7 anni e 8 mesi
- Pasquale Torcasio, inteso “Carro” e “Cicciobello”, 7 anni e 8 mesi
- Francesco Tropea, 7 anni e 8 mesi
- Angelina Torcasio, 3 anni e 8 mesi e 12.000 euro di multa
- Emilio Francesco Gualtieri, alias “cinque lire”, “U’ russu”, 8 anni e 6.000 euro di multa
- Maria Gualtieri, 4 anni
- Nicola Gualtieri, inteso “Bomboletta”cl.92, 12 anni e 8.000 euro di multa
- Antonia Gualtieri, 3 anni e 8 mesi, 1200 euro di multa
- Ottorino Rainieri, 10 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
- Gennaro Muraca, 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
- Antonio Villella, inteso “Crozza”, 7 anni e 8 mesi
- Giuseppe Gullo, 8 anni e 6000 euro di multa
- Pasquale Carnovale, 7 anni e 8 mesi
- Paolo Paone, 7 anni e 4 mesi, 5.000 mila euro di multa
- Antonio Paradiso, alias Zu’ Toto”, 7 anni e 4 mesi
- Gaetano Larosa, 8 anni, 6.000 euro di multa
- Nino Cerra, cl.91, 7 anni e 4 mesi, 5000 euro di multa
- Angelo Francesco Paradiso inteso “Ciccio e Ciccuzzu”, 7 anni e 4 mesi
- Pasquale Torcasio, cl. 69, 14 anni
- Domenico Torcasio, inteso “u’ Mongolo”, Mico e Micariellu”, 8 anni e 8 mesi, 6000 euro di multa
- Giovanni Torcasio, inteso “U’ Craparu”, “padre di Vincenzo”, 8 anni, 6.000 euro di multa
- Federico Gualtieri, inteso “u’ Zuppariellu”, 8 anni, 6000 euro di multa
- Antonio Gualtieri, 13 anni e 4 mesi
- Francesco Gualtieri, 8 anni e 6.000 euro di multa
- Cesare Gualtieri, 14 anni
- Nicola Gualtieri, cl.45, inteso, “Zu’ Nicola”, “il vecchio padre di Gianni”, “u Craparu”, “U’ Zingaro”, 8 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
- Giuseppe Rainieri, 7 anni e 8 mesi
- Luciano Cimino, 4 anni e 8 mesi, 6.000 euro di multa
- Giancarlo Chirumbolo, 6 anni
- Alessandro Durante, 8 mesi
La prossima udienza è stata fissata il 18 aprile quando discuteranno gli avvocati Careri, Cerminara e Cerra, che daranno il via alle arringhe dei difensori. Per altri cinque imputati, Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo, che hanno scelto di essere giudicato con rito ordinario, il processo è in corso al Tribunale di Lamezia.
L'inchiesta giudiziaria si è articolata in due ordinanze distinte, chiamate “Chimera 1” e “Chimera 2” che, nell’arco di sei mesi, da maggio ad ottobre 2014, avevano portato all’arresto di più di 40 persone ritenute affiliate, o comunque vicine, alla consorteria dei Cerra-Torcasio –Gualteri. Traffico di armi, reati in materia di appalti pubblici, traffico di droga, estorsioni, dal 2010, sono i reati contestati alle persone arrestate nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal nucleo investigativo del comando provinciale guidato dal maggiore Carlo Caci e dal capitano Fabio Vincelli, allora comandante della compagnia carabinieri di Lamezia Terme.
Un vero e proprio scacco alla cosca di Capizzaglie che, dopo la decapitazione della cosca Giampà con le operazioni Medusa e Perseo, aveva cercato di prendere piede e espandersi anche in altre zone prima non di loro “competenza”. Una cosca che, secondo il Gip firmatario dell’ordinanza, “dimostra una pericolosità sociale del sodalizio che, alla data del provvedimento, appare più che mai attivo nella commissione di gravissime e reiterate fattispecie delittuose di rilevante allarme sociale che hanno creato sul territorio lametino un diffuso stato di assoggettamento e succubanza psicologica, tale da indurre tutte le vittime a subire passivamente le vessazioni ed i soprusi”. Con "Chimera", secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato ricostruito lo scenario criminale della cosca "Cerra - Torcasio", un tempo autonoma e poi alleata con quella dei Giampà, ed alla quale, in epoca successiva alla scissione, si è avvicinata la famiglia "Gualtieri" che fino al 1992 non era inserita nel contesto mafioso come famiglia autonoma o aggregata ad altre consorterie criminali lametine. A capo della cosca i due fratelli Nino e Teresina Cerra, ritenuti promotori, direttori e organizzatori, insieme a Vincenzo e Pasquale Torcasio, a Cesare e Antonio Gualtieri, che avrebbero tenuto le redini della consorteria.
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