'Ndrangheta: Operazione Lowland Fear, arresto Priolo per tentato omicidio

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Gioia Tauro - Agenti del Commissariato di polizia di Gioia Tauro e della squadra mobile di Reggio Calabria hanno arrestato Giovanni Priolo, 57 anni, per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto il 14 dicembre 2011 nella faida tra le famiglie Brandimarte-Perri e Priolo. Priolo, secondo l'accusa, avrebbe agito insieme al fratello Giuseppe, poi ucciso il 26 febbraio 2012, e Francesco Bagalà, assassinato il 26 dicembre 2012. Già 7 persone sono state arrestate per la faida.

Questore Longo: Con cattura Priolo, chiusa faida Brandimarte-Perri e Priolo

''Con la cattura di Giovanni Priolo consideriamo chiusa, al di là delle indagini destinate ad individuare il contesto nel quale è maturata, la cosidetta faida di Gioia Tauro". Lo ha detto il questore di Reggio Calabria Guido Longo commentando i risultati dell'operazione Lowland Fear insieme al procuratore della Repubblica di Palmi Giuseppe Creazzo, al capo della squadra mobile reggina Gennaro Semeraro ed al dirigente del Commissariato di Gioia Tauro Angelo Morabito. "E' stata un'indagine molto bella - ha aggiunto - condotta con dovizia di particolari e metodi investigativi tradizionali su una faida che ha turbato l'ordine e la sicurezza pubblica a Gioia Tauro. Aver messo fine, come riteniamo, ad un intreccio di delitti e vendette è un successo ed un risultato che meritano di essere pubblicizzati". "L'arresto di Giovanni Priolo, accusato del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte - ha detto il procuratore Creazzo - è il risultato di indagini importanti e complesse che ancora una volta hanno dovuto prescindere da qualsiasi apporto anche da parte di coloro che colpiti duramente negli affetti si sono sottratti a qualsiasi collaborazione con le forze dell'ordine. Il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte è uno degli episodi, il secondo, della catena di delitti che ha insanguinato Gioia Tauro in questi anni. L'arresto odierno rappresenta un nuovo importante tassello che collega inequivocabilmente tutti gli episodi di sangue dell'ultimo anno e mezzo". "Allo stato - ha concluso Creazzo - non emerge alcuna aggravante di matrice mafiosa, al di là delle contiguità che possono esserci a livello individuale, familiare o territoriale. Al momento si presentano come 'delitti ordinari' che, anche se non meno gravi, ci consentono di operare come Tribunale ordinario".

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