La cefalea, la guerra, la Cina e l'ecopacifismo di Jean Giono

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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Stamattina molto presto mi sono svegliato con un gran mal di testa come quelli che non provavo da tempo. La caffeina contenuta nell'analgesico che ho assunto mi ha reso particolarmente reattivo. Nei giorni scorsi ho scritto su Polsi, ho pensato ai miei amici impegnati ad Africo vecchio, ho seguito gli accadimenti delle guerre in atto, ho riflettuto sul summit in Cina. Poi mi è venuto fra le mani un libro fresco di stampa per i tipi di una piccola casa editrice (Settecolori) di un autore a me caro, Jean Giono, che ho comprato per aggiungerlo alla mia collezione. E siccome Giono ha scritto molto sulla guerra sino a pubblicare in libro apposito nel 1938 dal titolo "Lettera ai contadini sulla povertà a la pace", tutto questo, nell'eccitazione della caffeina mi ha provocato questi pensieri che metto qui come mi sono venuti, valutando approfondimenti nei prossimi giorni:

1- C'è un nesso profondo fra le piccole vicende di Africo e di Polsi e le grandi vicende ucraine e palestinesi: si tratta, fatte le debite proporzioni, di tentativi abbastanza simili di pulizia etnica. I secondi condotti con mezzi enormi che distruggeranno completamente due civiltà per trasformarle, materialmente e moralmente in cloni di società occidentali. I primi sono apparentemente operazioni meno cruente ma hanno lo stesso scopo: cancellare le diversità culturali ed omologare quel che resta della civiltà dell'Aspromonte (per carità, non tutta da idealizzare) in un clone della civiltà di massa, per cui Africo vecchio rischia di diventare, nel migliore dei casi, un posto dove fare turismo delle rovine e Polsi uno dove imperino la ricerca di un po' di folklore e la moda dell'esotico a buon mercato.

2- L'attenzione sulla Cina determinata dalla parata, ha reso ancor più evidente ciò che quasi tutti comprendiamo ma che nessuno dice o spiega: il marxismo, il comunismo non sono affatto morti con la caduta del muro di Berlino ma sono talmente vivi (con contraddizioni da cui non vanno esenti neppure i sistemi liberali) da aver generato, per l'intelligenza e la lungimiranza della classe dirigente cinese, un blocco di popoli e nazioni che si contrappongono all'egemonia dell'Occidente impedendo il prodursi di privilegi assoluti, dominii incontrastati, ricatti ed estorsioni impuniti.

3- Da ultimo Jean Giono. Egli metteva al centro del suo pacifismo la natura e la questione contadina. Senza un ritorno fattivo all'autenticità di questi due campi non avremo mai la pace. Se le nostre vite saranno dominate dalla artificializzazione di entrambi i settori non cambieremo le nostre società. Perché la guerra nasce dall'ingordigia della ricchezza, mentre la pace viene dalla delizia della povertà.

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