Catanzaro - Prendi uno storico affermato e consegnagli una tematica da analizzare, scandagliare, scardinando trame di verità. A questa figura metti accanto un criminologo che, esaminando il caso che lo storico riesuma, applica in forma pratica peculiare disamina investigativa e criminologica sulla vicenda, affondando in altrettante trame oscure sconosciute. E’ il caso del libro che parla di Salvatore Misdea, uscito da poco nelle librerie, che riporta come titolo ‘Salvatore Misdea-1884: follia criminale o determinazione di un soldato del Sud Italia?’ (Gigliotti editore), apprezzabile lavoro editoriale del lametino Prof. Francesco Antonio Cefalì e dal reggino Dott. Domenico Romeo. Chi era Misdea? Un giovane soldato di Girifalco (Cz) che, per cause che nel processo sono state oggetto di tremende disquisizioni scientifiche e pseudoscientifiche, diventa assassino seriale compulsivo. Una storia vera e soprattutto una storia amalgamata in forma assolutamente impeccabile dai due autori che riescono a snocciolare analisi storiche sul tessuto umano del periodo, comprovato da certificata documentazione, fino alle attenti origini dell’ Antropologia Criminale spiegate in forma minuziosa e singolare. Storia e criminologia si abbracciano formando, nel libro, una meravigliosa ed unica creatura letteraria che partendo dalle cause sociali (quali le rivolte in Calabria, nel meridione, l’eccidio delle genti del Sud da parte dei Savoia), si correla alla subdola figura di Cesare Lombroso, smascherato nei reali intenti ed inchiodato con prove oggettive.
Tutto ciò è il mondo subìto dal soldato Salvatore Misdea, un impatto troppo forte per questo giovane al punto tale da commettere delitti seriali che, probabilmente, esulano dalla sua coscienza. La vera storia di Salvatore Misdea è, difatti, un caso, dal punto di vista storico e criminologico, sottaciuto da oltre un secolo e in questo libro viene presentata in una trama reale e cruda. I due autori, rispettivamente titolati nella ricerca storica e nella criminologia applicata, assemblano un lavoro di ricerca unico e minuzioso, che collega il drammatico post Unità d’ Italia al Sud della Nazione, agli albori dell’ Antropologia Criminale. Esce fuori, così, un lavoro esplosivo, mai realizzato, l’opera più completa e mai scritta in passato sul delicato e spinoso ‘caso Misdea’. Gli autori mettono a nudo, in tale contesto, il discusso Cesare Lombroso ponendo tale figura non più come padre dell’ Antropologia Criminale, ma come precursore del Nazismo al servizio dei Savoia. La rara documentazione scovata dagli autori, corollata da certosina ricostruzione storico-scientifica, evidenzia che le perizie applicate su Misdea da Lombroso, consegnano al Nazismo le basi del grande disegno criminale che costituisce l’ossatura del Terzo Reich: biologia razziale ed esaltazione del genocidio. Chi era, dunque, Salvatore Misdea? Un folle serial killer o una cavia designata da Lombroso e dai Savoia? Quest’opera di prestigiosa caratura, attraverso una ricerca antropologica sui territori, riapre ogni discussione sulla vera Unità d’Italia e sulle tematiche connesse alle teorie del ‘criminale nato’. Un libro iche apre notevoli spunti di ricerca, ma soprattutto un testo che induce ad aprire fronti di discussioni.
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