Processo Chimera, Cesare Gualtieri: “In questa vicenda solo per cognome che porto”

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Lamezia Terme - Dopo la conclusione del processo Perseo riprende, nell’aula Garofalo del tribunale lametino, un altro importante processo, quello con rito ordinario scaturito dall'operazione denominata “Chimera” contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. A presiedere il collegio giudicante  la dottoressa Maria Teresa Carè e, a latere, i giudici Francesco Aragona ed Annalisa Martire. Cesare Gualtieri, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Massimo Crapella e Giancarlo Puzzo sono gli imputati in questo procedimento. 

In aula viene ascoltato il professor Ricci, per quanto riguarda la posizione carceraria di Gualtieri, nominato dal tribunale col compito di verificare, tramite perizia sanitaria, la situazione dell’imputato in merito alle patologie denunciate. Il presidente Carè conferisce quindi al perito sanitario l’incarico di vagliare la permanenza delle condizioni di compatibilità carceraria alla stregua dell’istanza difensiva (arresti domiciliari) e della relazione sanitaria da parte della casa circondariale dove l’imputato è detenuto.  In aula il detenuto Cesare Gualtieri rende dichiarazioni spontanee principalmente in merito alle sua condizioni di salute ma l’imputato parla anche del processo nel quale è coinvolto: “Sono in questa vicenda giudiziaria solo per via del nome che porto”. Il tribunale, procederà nel disporre le dovute visite a carico dell’imputato. 

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Nelle scorse udienze era stata constatata l’incompatibilità del perito Vincenzo Concolino e si era così proceduto alla nomina di un altro perito (nell’udienza del 23 settembre) con il compito di analizzare le trascrizioni di un elenco di intercettazioni a carico degli imputati. Nell’udienza odierna viene fatta richiesta di proroga (90 giorni) per il deposito della perizia trascrittiva. Richiesta che il tribunale accoglie. 

Il Pm Elio Romano, non ha ancora citato nessun testimone in attesa del deposito delle trascrizioni.  La difesa di Cesare Gualtieri, composta dagli avvocati Veneziano e Canzoniere, si oppone alla richiesta di sospensione dei termini della custodia cautelare avanzata dal Pm. “Un processo di criminalità organizzata, che non si definisce complesso, non è sufficiente per giungere alla sospensione” spiegano i legali. Si ritornerà in aula il 16 febbraio quando il tribunale valuterà il deposito della perizia del professor Ricci e leggerà l’ordinanza del Pm. 

R.V.

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