Giornata mondiale per la consapevolezza sull'Autismo, protesta silenziosa davanti alla Cittadella regionale

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Catanzaro – Una protesta pacifica e silenziosa è stata inscenata nel piazzale della Cittadella regionale a Catanzaro da un gruppo di persone guidate Marianna Monterosso, persona autistica e attivista, membro dell'Intergruppo Parlamentare per i Diritti Fondamentali della Persona (IDFP). La protesta, organizzata in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo, è stata indetta per rivendicare l’autodeterminazione, l’auto rappresentanza e l’accessibilità degli spazi pubblici per le persone autistiche.

“Questo evento – ha dichiarato Monterosso - rappresenta un'occasione senza precedenti in Italia, in particolare in Calabria, in cui una persona autistica esprime direttamente le proprie istanze alle istituzioni, seguendo il principio della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità "Nulla su di noi senza di noi". “Purtroppo – ha rilevato Monterosso - a parlare per le persone autistiche sono sempre altre persone, abbiamo il diritto di far sentire la nostra voce, di porgere le nostre istanze. La protesta di oggi appartiene al mio diritto di potermi auto determinare e chiedo i miei diritti di accessibilità agli spazi di pubblico servizio perché non sono previsti per le persone autistiche e neurodivergenti, rivendico il mio diritto a poter lavorare in un ambiente accessibile a seconda dei miei bisogni delle mie necessità, chiedo che la scuola sia accessibile a tutte le persone. E chiedo soprattutto di smetterla con questi progetti per l'istituzionalizzazione perché è illegale istituzionalizzare le persone, cioè rinchiudere nei centri fin da piccole le persone autistiche - purtroppo questo è quello che sta facendo la Calabria e che sta facendo tutta Italia - perché le associazioni per l’autismo sono costituite da genitori quindi non da persone autistiche adulte che possono parlare e dire che ci sono danni gravissimi alla nostra libertà di vivere e di poter scegliere quello che possiamo fare oppure quello che non vogliamo fare. Perché i percorsi terapeutici devono avvenire necessariamente all’interno di centri dove si trovano altre persone autistiche o con disabilità? Significa crescere con l’idea che il tanto declamato “Dopo di noi” non esisterà mai. Il Dopo di noi è adesso, bisogna costruire la basi per darci autonomia, per darci i diritti, per vivere dopo i 18 anni in maniera decente e dignitosa”.

Bruno Mirante

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