(Foto di Francesco Bevilacqua)
Nocera Terinese – Un gran numero di persone è giunto a Nocera Terinese per assistere al tradizionale rito dei Vattienti. Dal pomeriggio del Venerdì Santo al sabato mattina si può assistere al secolare rito per le vie del paese della costa tirrenica. Così, dopo un iniziale divieto della commissione straordinaria (con l'ordinanza n. 8/2023) che regge il Comune e alla luce di un incontro che ha visto partecipi istituzioni, autorità sanitarie, associazioni ed esperi si è deciso di ripristinare l'appuntamento delle festività pasquali, sospeso negli anni scorsi per l'emergenza sanitaria dovuta al Covid. Diverse, d'altro canto, le proteste e le mobilitazioni contro l'iniziale divieto anche attraverso una raccolta firme per una petizione. Poi, la marcia indietro della commissione che ha però introdotto delle novità e una serie di variazioni legate allo svolgimento del rito per tutelare la sicurezza dei vattienti (flagellanti) e dei cittadini. Durante il rito alcuni uomini attraversano il paese battendosi le cosce ed i polpacci in segno penitenziale con dischi di sughero, nei quali sono confitte piccole scaglie di vetro.
A Nocera Terinese, quindi, ha prevalso la fede e tutta la devozione per un rito, quello dei Vattienti, che emoziona e commuove. In tanti sono accorsi per assistere all’evento con protagonista anche la statua lignea della Pietà, in processione per il paese.
Il cardo usato dai flagellanti
La simbologia del sangue
Il sangue che cola dalle gambe dell’ecce homo, cosparso sui gradini, per le strade e le piazze del paese è il vero fulcro del rito medievale. Ma, dietro a quel sangue versato, dietro al sangue come fattore cruento che fa paura e ribrezzo si cela un significato più profondo.
Per lo scrittore e avvocato Francesco Bevilacqua: “Chi osserva con ribrezzo le foto delle gambe sanguinanti dei “vattienti” dimentica la profonda simbologia religiosa del sangue. Una simbologia che risale a ben prima del cristianesimo e che ha a che fare esattamente con la Pasqua che ci accingiamo a celebrare, alla festa della resurrezione di Cristo, che, per il popolo, è anche, come nei secoli del paganesimo, festa di rinascita e di rigenerazione”. E, prosegue: “Chi osserva con ribrezzo il sangue dimentica anche il centro dell’eucarestia cristiana: “il corpo e il sangue di Cristo donato per noi e per gli altri in remissione dei nostri peccati” (anche qui, il messaggio è la salvezza e la resurrezione)”. Il sangue, quindi, come elemento di rigenerazione che porta una simbologia ben augurante.

(Foto di Francesco Bevilacqua)

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