Bomba contro azienda autolinee a Crotone

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Crotone - Persone non identificate hanno fatto esplodere un ordigno, a Crotone, davanti alla saracinesca di un locale di proprietà della società di autolinee "Romano", con sede in Calabria ma la cui attività é estesa in tutta Italia. La deflagrazione ha danneggiato la saracinesca del locale, ubicato in una zona centrale della città. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra mobile di Crotone, che hanno avviato le indagini per fare luce sull'intimidazione.

REAZIONI

Bianchi: é strategia tensione?

"L'ennesimo atto intimidatorio ad una delle aziende tra le più operose e produttive del nostro territorio, l'ultimo in ordine di tempo che evidenzia un problema di sicurezza da non sottovalutare. E' dalla scorsa estate ormai che la ditta Romano si trova nel mirino di malviventi, destinataria di attentati incendiari e sparatorie effettuati con cadenza sistematica". Lo sostiene, in una dichiarazione, il sottosegretario Dorina Bianchi. "Una nuova intimidazione - aggiunge - che arriva a distanza di poche settimane da quella altrettanto grave perpetrata nei confronti della ditta Federico di Locri che ha messo in ginocchio l'azienda a causa del numero considerevole di autobus distrutti nell'incendio. C'è forse in atto una strategia della tensione mirata a distruggere le forse sane e produttive della nostra regione?". "All'imprenditore Ezio Romano - conclude il sottosegretario Bianchi - va tutta la mia solidarietà e vicinanza. Ci auguriamo che le forze dell'ordine facciano al più presto piena luce sull'accaduto".

Sculco: episodio che ripropone allarme sicurezza in Calabria

"Solidarietà e vicinanza ad un'azienda che è un pezzo fondamentale dell'economia del territorio", è stata espressa dalla consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco nel corso di una telefonata ad Ezio Romano. "L'intimidazione al 'Gruppo Romano', storico imprenditore - ha aggiunto - attivo nel settore del trasporto passeggeri su autobus suscita molta preoccupazione e induce a chiedere allo Stato ed alle sue articolazioni periferiche la massima attenzione. Le rassicurazioni generiche cui non seguono segnali concreti non sono più sufficienti. Preoccupazione, perché l'intimidazione a chi, pur dinanzi a decine di difficoltà, si sforza di stare più che dignitosamente sul mercato, rischia di acuire le criticità di un tessuto economico già debole. L'episodio - finisce Flora Sculco - purtroppo ripropone drammaticamente l'allarme sicurezza in tutta la Calabria e pregiudica la libertà d'impresa e minaccia seriamente la stabilità del lavoro".

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