Reggio Calabria - Il 28 dicembre del 1908 Reggio Calabria e Messina furono letteralmente rase al suolo da uno degli eventi sismici più devastanti della storia. Un terremoto, seguito da un maremoto nello Stretto, che decimò la popolazione, mietendo oltre 80mila vittime e provocando altrettanti sfollati. Gli effetti del terremoto condizionarono per anni l’economia e le dinamiche demografiche delle aree colpite, interessate prima da un momentaneo spopolamento poi da un flusso migratorio alimentato dalla richiesta di manodopera per la ricostruzione.
Erano le 5.20 quando uno dei più violenti terremoti d’Italia colpì Messina e Reggio. Il sisma - ricordano dalla Protezione civile Calabria - segnò l’inizio dell’azione dello Stato per la riduzione degli effetti dei terremoti, attraverso l’introduzione della classificazione sismica e l'applicazione di specifiche norme per le costruzioni. È del 1909, infatti, il primo Regio Decreto che introdusse norme valide per l’intero territorio nazionale. In quei pochi secondi gran parte delle città furono distrutte cancellando edifici, strade, ferrovie e secoli di storia e di arte. Subito scattarono i soccorsi: per primi i marinai di due navi, inglese e russa, in transito sullo Stretto. Presto cominciarono ad arrivare aiuti umanitari, soprattutto da molte regioni del Nord del Paese. Oggi, a 114 anni dalla tragedia, le due città ricordano le migliaia di vittime.
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