Lamezia: Processo omicidio Adele Bruno, le proteste dei parenti fuori il Tribunale

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Lamezia Terme, 15 ottobre - Daniele Gatto, il giovane lametino che la sera del 30 ottobre dell’anno scorso uccise la sua fidanzata Adele Bruno, è stato rinviato a giudizio. La prima udienza del dibattimento è stata fissata per il 9 novembre prossimo. A deciderlo il gip Barbara Borelli che stamattina ha presieduto l’udienza preliminare nell’aula al terzo piano del tribunale di Lamezia Terme. All’udienza erano presenti il pm Luigi Maffia, l’avvocato di parte civile Massimo Sereno e il legale che difende Gatto, Francesco Gambardella. L'avvocato Giulia Benincasa, ad inizio seduta, ha invece rimesso il suo mandato quale avvocato difensore di Gatto.

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I genitori della vittima, Teresa Godino e Rosario Bruno, sono assistiti da Vincenzo Ruberto. Nel corso dell’udienza, durata poco meno di un’ora, l' avvocato del trentenne omicida ha chiesto il rito abbreviato ed ha inoltre depositato una perizia psichiatrica e psicologica di parte. Davanti al piazzale di palazzo di giustizia, stamattina, ad attendere Daniele Gatto c’era un gruppo di amici e familiari di Adele Bruno, la giovane 27nne prima uccisa e poi sfigurata dall’uomo che amava. I conoscenti della sventurata ragazza con le loro forti proteste hanno impedito che l’omicida, tradotto dal carcere di Castrovillari dove è rinchiuso, scendesse dal cellulare della polizia penitenziaria ed entrasse in tribunale dall’ingresso principale. Le guardie carcerarie e i carabinieri hanno dovuto cambiare programma ed immettersi con tutto il furgone nel cortile retrostante l’edificio.

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I parenti e gli amici di Adele Bruno hanno seguito tutte le fasi dell’arrivo e poi della partenza di Gatto ed hanno continuato ad urlargli contro la loro rabbia e il loro dolore. “Bastardo, assassino, bugiardo! In America ora dovevi essere così la pena di morte non te la levava nessuno!”. Queste le parole forti volate contro il trentenne omicida che nei pochi minuti di udienza è rimasto impassibile senza mai girarsi verso Rosario e Vincenzo Bruno, il papà e il fratello della giovane vittima. L’attesa per l’udienza preliminare di questa mattina ha generato un clima di notevole tensione ma anche di forte commozione. In molti sono scoppiati in lacrime quando Gatto è uscito dal furgone della polizia penitenziaria, tanta la disperazione dei parenti e degli amici nel ricordare la tragica serata dell’assassinio, il 30 ottobre scorso, e poi le ore successive fino all’alba del 31 ottobre quando è stato ritrovato il cadavere di Adele, uccisa alla vigilia del suo 27mo compleanno. Per i genitori ed il fratello della ragazza ricordare quei terribili momenti è uno strazio continuo, una sofferenza indicibile. Ciò nonostante, colpisce profondamente la compostezza e la dignità con cui tutta la famiglia ha vissuto fin dal primo momento e continua a vivere questo dolore infinito.

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