La speranza del futuro, economia di Pace

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Lamezia Terme - Il 1° gennaio 2014, in occasione della 47a Giornata Mondiale per la Pace, all’Angelus, Papa Francesco ha richiamato il tema del messaggio: “Fraternità, fondamento e via per la pace”. In questo messaggio parole che servono anche a noi, comunità Lametina, per riflettere e prendere spunto sulla rotta da seguire per “uscire” dalla confusione, fragilità istituzionale e comunitaria che ci accompagna da tempo, e non solo a livello locale, confusione e fragilità attraversano da molto tempo il nostro Paese. Uscire per costruire insieme, in modo “responsabile”, un futuro di “speranza e fiducia”, partendo dalla “certezza del lavoro”, rappresenta la priorità che noi vogliamo perseguire. Una priorità riconosciuta da molti, ma quale è il cammino da intraprendere? Possiamo partire da quanto ha scritto Papa Francesco nel punto 6 (La riscoperta della fraternità nell’economia): “Il succedersi delle crisi economiche deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. La crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. Esse ci possono aiutare a superare i momenti difficili e a riscoprire i vincoli fraterni che ci legano gli uni agli altri, nella fiducia profonda che l’uomo ha bisogno ed è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale. Soprattutto tali virtù sono necessarie per costruire e mantenere una società a misura della dignità umana”.

Una riflessione per rileggere il nostro modello di sviluppo, la sua fragilità. Ma è anche un invito a varcare il limite, cioè il confine delle nuove ideologie, del diffuso individualismo e consumismo materialistico che indeboliscono i legami sociali mettendo a rischio la speranza del futuro. Varcare il limite significa abbattere le barriere del “do ut des”, dello scambio utilitaristico, per costruire insieme la civitas umana, arricchita dallo scambio “gratuito”, quella civitas tanto attesa dall’umanità che saprà produrre una economia di pace. Economia di pace, una economia fondata sul valore della fraternità, sulla “partecipazione responsabile” alla vita della comunità cui apparteniamo, frutto di un “lavoro artigianale” costante e continuo che sappia coniugare coerenza etica e professionalità, una economia diretta ad  identificare e soddisfare i nuovi bisogni della società, una economia che produrrà valore dal  rispetto della dignità umana e dal perseguimento della giustizia sociale. Se consideriamo l’etica una componente determinante di una nuova visione economica volta alla Pace, allo sviluppo, uno sviluppo integrale ed integrato (Populorum progressio - Paolo VI:lo sviluppo è il nuovo nome della pace”) dobbiamo riconoscere il ruolo che le religioni devono svolgere, la loro corresponsabilità a far si che il nostro mondo globalizzato proceda su binari della collaborazione e non della conflittualità. Una utopia? No, ma una economia al servizio dell’obiettivo ultimo dell’umanità: la Pace. La sfida è possibile. Leggiamo in questa chiave le parole pronunciate dal nostro Vescovo, Mons. Cantafora, in occasione degli auguri natalizi alla città: “Come diocesi ci impegneremo ad andare nei luoghi di lavoro, di produzione, imprese, aziende commerciali, artigiane, università, banche per promuovere riflessioni sul magistero della Dottrina Sociale della Chiesa con lo scopo di stimolare tutti a creare nuove visioni della realtà frutto di uno sforzo creativo che sappia coniugare principi e professionalità”. Una sfida che richiede la buona volontà di tutti, la volontà di dedicare un po’ del proprio tempo fuori dai binari della “ordinarietà” per confrontarsi su un futuro, un futuro di speranza. Un invito rivolto a tutti di risvegliare quello spirito di iniziativa e creatività che rende l’uomo libero e creatore, per noi credenti, ad immagine di Dio. Al senso di responsabilità dimostrato in questi giorni dalla amministrazione comunale di Lamezia Terme per tentare di evitare il dissesto finanziario va unito il senso di responsabilità di ognuno di noi. Un futuro di speranza sarà frutto di nuovo impegno anche del mondo imprenditoriale, e soprattutto di quel mondo imprenditoriale che si ispira  ai valori cristiani, quale è l’UCID. Non è più tempo di alibi o di semplici denunce ed accuse, è tempo di un forte impegno responsabile da parte di tutti.

Vorrei concludere con qualche riga del libro “Tra Etica ed Impresa. La Persona al Centro” scritto dal Card. Oscar Andrès Maradiaga in collaborazione con l’imprenditore Giuseppe Colaiacovo ed il teologo Manlio Sodi : “Domina la scena la questione economica da cui dipende lo sviluppo dei popoli". Ma, come osserva la Caritas in Veritate, “lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici ed uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello al bene comune. Sono necessarie sia la preparazione professionale che la coscienza morale” (n. 71).

Nelida Ancora  - Presidente UCID Lamezia Terme

 

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