‘Ndrangheta: Operazione Breccia, 8 arresti per usura ed estorsione

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Catanzaro - La Squadra Mobile di Catanzaro ha arrestato 8 persone con l'accusa di usura ed estorsione, aggravate dal metodo mafioso. I reati sono stati commessi ai danni del titolare di un ristorante a Cropani, sulla costa ionica catanzarese. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro, hanno accertato che l’uomo era stato costretto a restituire dal 2011 i prestiti che aveva ricevuto al tasso del 180% di interessi l'anno, inoltre, secondo l'accusa, la vittima era stata anche costretta a cedere beni dell'azienda per far fronte alle richieste sempre più pressanti da parte degli usurai. L'usurato ha subito anche pestaggi e minacce, estese anche ai suoi familiari.

I nomi degli arrestati nell'operazione

Hanno minacciato di bruciarlo vivo se li avesse denunciati. E' uno dei particolari che emerge dall'indagine della squadra mobile di Catanzaro che ha portato all'arresto di otto persone per estorsione ed usura aggravati dalle modalità mafiose. Nei confronti degli otto arrestati è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Assunta Maiore, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Capomolla. I particolari dell'inchiesta, chiamata 'Breccia', sono stati resi noti dal Procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dall'aggiunto, Giovanni Bombardieri, dal questore del capoluogo calabrese, Guido Marino, e dal dirigente della squadra mobile Rodolfo Ruperti. Gli otto arrestati sono Giuseppe Tropea, di 36 anni, Salvatore Macrì (45), Renzo Tropea (29), Carmine Tropea (27), Domenico Esposito (35), Rosetta Esposito (37), Vincenzo Talarico (51) ed Antonio Talarico (50). Nelle settimane scorse la vittima, un imprenditore nel campo della ristorazione, ha deciso di denunciare i suoi usurai che lo avevano sottoposto anche ad estorsione. L'uomo ha raccontato di aver chiesto un primo prestito di 10 mila euro e successivamente una ulteriore somma di denaro di 35 mila euro. In entrambi i casi il denaro era finalizzato a gestire la sua attività commerciale. Per la restituzione del denaro è stato costretto a pagare interessi dai 150 al 180% annui. Quando si è trovato in difficoltà il gruppo di presunti usurai lo ha minacciato e picchiato. In uno degli incontri avuti con gli arrestati la vittima è stata minacciata di morte e gli usurai gli hanno detto che "ci devi restituire i soldi e se non lo fai o ci denunci ti bruciamo vivo". Per intimorire la vittima gli era stato anche detto che il gruppo che faceva capo a Salvatore Macrì era vicino ad una cosca della 'ndrangheta di Cutro. Dopo la denuncia l'imprenditore è stato sottoposto a tutela.

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