Operazione Perseo: Chi gestiva lo spaccio per conto dei Giampà

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Lamezia Terme – Tra le pagine dell’Operazione Perseo emergono nuovi particolari per quanto riguarda la rete dello spaccio in città. Dalle parole dei vari collaboratori in fase d’interrogatorio emerge chi tirava i fili della rete dello spaccio in città per conto della cosca Giampà. Ecco, di seguito, quanto dichiarato dai collaboratori e messo nero su bianco dagli inquirenti nell’ordinanza dell’operazione Perseo.

Interrogatorio 26 ottobre 2012 Torcasio Angelo

....Omissis... ADR: Per come mi chiedete, sul conto di Notarianni Pasquale e del padre Carmine, posso dire che sono appartenenti al gruppo Notarianni, che a loro volta sono affiliati alla cosca Giampà. Tramite il gruppo di appartenenza sono a conoscenza che Pasquale ed il padre Carmine Notarianni gestiscono lo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo "Cocaina- Marijuana".

Interrogatorio di Torcasio Angelo del 3/08/2011

"il gruppo che si occupa di spaccio di cocaina, eroina, ed erba è composto da Chirico Domenico, Cappello Saverio, Giuseppe Cappello, un tale soprannominato Trachino della Bella, Domenico Gianpà; Maurizio Molinaro, Antonio Ventura Popello, Mario Meliadò; Davide detto Zorro, il defunto Chirumbolo Giuseppe, Aldo Notarianni,  Pasquale Notarianni, Giuseppe Grutteria, Mercuri, Notarianni Luigi fratello di Pasquale”.

Dichiarazioni di Cappello Saverio del 27/01/2012

“Per come mi chiedete in relazione a Notarianni Carmine Vincenzo che io conosco come Enzariello, mi risulta che questi spaccia cocaina ed erba con i figli Luigi e l'altro di cui mi sfugge il nome(quello che è stato detenuto insieme al padre per spaccio di droga); sia l'erba, sia la cocaina gliela fornivo io e la cocaina era sempre quella proveniente da Giampà Giuseppe, ma sia il padre sia il figlio preferivano prenderla da me per evitare di avere il contatto con Giuseppe. In particolare, Luigi la chiedeva ad Aldo e questi chiamava me. Posso aggiungere che sia Notarianni Carmine Vincenzo, sia il figlio Luigi e l'altro figlio che ora ricordo chiamarsi Pasquale anche su sollecitazione del M.O. L, quando venivano da me, prendevano uno o due chili di marijuana e nel contempo solo 10 o 20 grammi di cocaina, per cui non si recavano da Giampà Giuseppe per prendere solo 10 o 20 grammi di cocaina […]”.

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