Lamezia Terme – Emergono nuovi particolari dalle carte che hanno portato ad una nuova ordinanza contro gli esponenti della cosca Giampà, già in carcere. Nell’ambito dell’operazione Medea 2, spunti alle indagini arrivano dal parlato dei pentiti tra cui le dichiarazioni riguardanti l’omicidio di Francesco Zagami rilasciate agli inquirenti dal boss Giuseppe Giampà.
Dichiarazioni Giuseppe Giampà del 28-09-2012
Il movente
“…Omissis…il movente dell’omicidio risiedeva nel fatto che le FF.OO. trovarono un’autovettura rubata con all’interno una bottiglia piena di benzina ed un cappellino dietro al ristorante “B.” che ricade nella nostra zona di competenza, per cui noi ritenevamo che tale rinvenimento fosse da attribuire al fatto che la cosca avversaria stava programmando un omicidio nei nostri confronti; in ogni caso Zagami Francesco era un esponente della cosca Torcasio e lo ritenevamo un soggetto attivo anche per eventuali azioni omicidiarie in quanto in passato faceva da “specchietto” per i Torcasio stessi nei confronti dei Iannazzo; ragione per cui decidemmo di prevenire un’eventuale azione di fuoco nei nostri confronti ed organizzare l’omicidio che fu infatti organizzato ed eseguito in pochi giorni in quanto avevamo già tutto pronto: la moto, le armi, il luogo della partenza ed i soggetti che dovevano procedere alla materiale esecuzione …Omissis…”.
La decisione
“…Omissis…. Per come mi chiedete in merito all’omicidio di Zagami Francesco, fratello di Zagami Domenico, posso riferire che la decisione fu presa da me, da mio zio Bonaddio Vincenzo e Aldo Notarianni che fu anche l’esecutore materiale…Omissis…”.
L’omicidio
“…Omissis… Tale omicidio avvenne nell’inverno del 2005, credo nel mese di gennaio e comunque a pochi mesi dall’omicidio di Zagami Domenico…Omissis… il motociclo del tipo Piaggio Exagon era condotto da Molinaro Maurizio che portava il casco e che condusse il killer, Aldo Notarianni, munito di solo passamontagna sul luogo dell’esecuzione dopo che Torcasio Angelo era passato a controllare la presenza di Zagami Francesco nel luogo prefissato ed effettivamente quest’ultimo si trovava nella sua macchina, una Fiat Punto bianca parcheggiata di fronte alla chiesa di San Raffaele; dopo il segnale Molinaro Maurizio e Notarianni Aldo sopraggiunsero sul posto e lo Zagami Francesco si rese conto di quello che stava succedendo tant’è che riuscì anche ad accendere la macchina ma fu immediatamente freddato da almeno una decina di colpi d’arma da fuoco esplosi da Notarianni Aldo con la pistola cal. 9 marca CZ che gli avevo fornito io stesso; dopo l’esplosione dei predetti colpi di pistola la macchina continuò per un po’ a camminare fino a quando non si bloccò vicino ad un muretto con delle piante; a quel punto i due killers si allontanarono immediatamente dal posto ed imboccarono la strada posta vicino a Torre Marina che è una stradina che porta all’abitazione di Cosentino Battista, luogo in cui Notarianni Aldo abbandonò la pistola, anche la moto fu lasciata nello stesso terreno ed in quel posto avvenne anche lo scambio che fu effettuato da Cappello Saverio che prese a bordo dell’autovettura da lui condotta Notarianni Aldo per poi accompagnarlo a casa della suocera in contrada Scinà; mentre Molinaro Maurizio salì a bordo dell’autovettura condotta da Giampà Domenico che lo accompagnò a casa …Omissis…”.
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