Lamezia, Taverna (Pd): "Serve una sinistra che riparte dal lavoro: dignità, impresa sana, protagonismo giovanile"

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Lamezia Terme - "Una sinistra vera inizia dal lavoro: dignità, imprese sane, giovani protagonisti per un modello che parte dal territorio. Un partito che si definisce di sinistra non può che mettere il lavoro al primo posto. Senza lavoro giusto, sicuro e dignitoso non c’è libertà reale". Per Domenico Taverna il Partito Democratico "deve tornare a essere il partito dei lavoratori, dei giovani precari, delle partite IVA senza tutele, di chi si alza ogni mattina per costruire una vita dignitosa. Il lavoro non è una voce del programma: è l’identità stessa della sinistra. Milioni di italiani lavorano, ma restano poveri. Il salario minimo non è una scelta tecnica: è una battaglia di civiltà. Non possiamo accettare paghe da fame e contratti finti. Al Sud, la disoccupazione giovanile ha superato i livelli di guardia. Offrire formazione e accesso reale al lavoro deve essere una priorità nazionale, altrimenti continueremo a perdere una generazione intera. Un nuovo patto sociale è necessario: servono imprese sane, innovative, capaci di crescere e assumere. Non servono più incentivi a pioggia, ma investimenti selettivi e misurabili. Dove si punta su sostenibilità, formazione, partecipazione, si creano sviluppo e buona occupazione. I territori devono costruire reti permanenti tra imprese, istituzioni e forze sociali per affrontare insieme le sfide: energia, transizione digitale, credito, mancanza di competenze. Senza concertazione non c’è progresso".

"Se questa è la visione nazionale - sostiene il giovane esponente del Pd cittadino - Lamezia deve raccoglierla e tradurla in scelte concrete. La nostra città può diventare un laboratorio del lavoro, ma serve visione, coraggio e una forte regia pubblica.Una prima proposta è la creazione di un Patto per il Lavoro e la Formazione territoriale, un tavolo stabile tra politica, scuole, università, imprese e sindacati per mappare i fabbisogni reali e costruire percorsi formativi mirati. Il modello è quello del Patto per il Lavoro e per il Clima dell’Emilia-Romagna, adattato alle specificità del nostro territorio. Seconda proposta: un Festival delle Imprese Locali, un evento periodico dedicato alle realtà imprenditoriali cittadine, dove ogni attività ha uno spazio per raccontarsi, condividere esperienze e costruire collaborazioni. Un’occasione per mettere in rete idee, talenti e opportunità. Napoli, con esperienze come “NaStartUp”, ha mostrato che con pochi strumenti ben progettati si possono trattenere energie giovani sul territorio. Si tratta di una community gratuita che da anni organizza eventi di networking e presentazioni pubbliche di progetti imprenditoriali, favorendo l’incontro tra startup, investitori e professionisti del settore. Lamezia può diventare anche un polo attrattivo per i servizi digitali e professionali. A Bari, grandi società di consulenza hanno aperto sedi operative, creando centinaia di posti di lavoro qualificato. Anche qui abbiamo le condizioni: un aeroporto, spazi da rigenerare, una popolazione giovane da formare. Serve una strategia condivisa tra pubblico e privato per attrarre investimenti e aziende in settori come IT, back office, logistica digitale e customer service avanzato. Per il turismo, basta frammentazione. Serve una cabina di regia che metta insieme operatori, enti pubblici, imprese e associazioni per creare pacchetti integrati: pernottamenti, itinerari culturali, esperienze enogastronomiche, percorsi benessere e archeologia. L’obiettivo è un turismo esperienziale, sostenibile e destagionalizzato. La Valle d’Itria e il Cilento dimostrano che funziona. Anche la logistica deve tornare centrale. Il polo intermodale di Lamezia va riattivato con i fondi disponibili, per farne un nodo efficiente del sistema merceologico del Sud, con ricadute concrete sull’occupazione".

Infine, conclude Taverna "serve uno sportello stabile “Resto a Lamezia”: un punto unico per giovani, lavoratori emigrati e famiglie, dove trovare informazioni su incentivi al rientro, bandi, supporto abitativo e opportunità imprenditoriali. Una politica concreta per trattenere e far tornare capitale umano. Mettere il lavoro al centro non è uno slogan: è una scelta politica netta. Una città che lavora è una città che vive. E che non lascia nessuno indietro".

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