De Biase (FI Lamezia): "In prima linea il 5 e 6 ottobre per Roberto Occhiuto Presidente"

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Lamezia Terme - “Votare Roberto Occhiuto non è un voto di appartenenza ma un voto di sicurezza e di investimento politico, in quanto il Presidente della Regione uscente incarna competenza e autorevolezza. In ogni caso saranno i cittadini a decidere da chi essere governati per i prossimi cinque anni, proprio come ha sottolineato lo stesso Occhiuto nell’annunciare il ritorno alle urne. È così che funziona la democrazia, dando spazio alla legittimazione popolare”. Lo afferma Salvatore De Biase, coordinatore di Forza Italia Lamezia. “Saremo insieme a Occhiuto - continua il coordinatore di FI Lamezia - per costruire il futuro della nostra regione e proseguire nel cammino intrapreso: sviluppo, lavoro e benessere. Questi temi ci vedranno impegnati con sempre maggiore passione e amore verso la nostra terra. Vogliamo una Regione sostenibile, innovativa, inclusiva, vicina ai territori, un futuro migliore per la nostra comunità. Ma vogliamo anche dare voce ai cittadini, e la scelta giusta si chiama Occhiuto, per una Regione forte e una comunità forte. Per la realizzazione di questi obiettivi si richiede quella concretezza messa in campo da Occhiuto in questi anni. A chi affidarsi se non al Presidente Occhiuto? Al pentastellato Tridico che doveva rivoltare il parlamento come una scatoletta e che un anno fa alle europee doveva cambiare l’Europa ma adesso la lascia da inoperoso per candidarsi alle regionali? Ai 5 stelle, improvvisati politici, che dovevano rappresentare il cambiamento e poi hanno governando con tutto l’apparato istituzionale che prima criticavano? Senza dimenticare che Tridico si presenta alle elezioni sostenuto da un “campo largo” che sarebbe meglio definire “campo litigioso”: Pd, M5S, Avs, Federazione riformista, Psi, Italia viva, rappresentanti di Azione, +Europa, Partito repubblicano, Demos, Mezzogiorno federato, Rifondazione comunista. La governabilità della Regione sarebbe pura utopia! Nel frattempo, Azione di Calenda, si smarca, dice di non essere a favore né di Tridico e nè del Pd. E che dire di Bonelli che grida basta duopolio Pd/5 stelle? Insomma, un’alleanza contro natura tra garantisti di sinistra e giustizialisti grillini; un’alleanza fragile e priva di identità. Poco politica, più propaganda: un’armata Brancaleone senza bussola. Altro che progetto politico: è un’alleanza destinata a reggere solo finché serve a conservare qualche poltrona. La Calabria non può più attendere. Ha bisogno di crescita, di investimenti, di sviluppo e di lavoro, di continuità politica. Serve uno sforzo straordinario per passare da terra di consumo a terra di produzione. Non servono politiche di assistenzialismo fine a se stesso: il vero reddito di dignità si chiama lavoro”.

“In Calabria - aggiunge il coordinatore di FI Lamezia Salvatore De Biase - è tempo di avere un vero piano di sviluppo industriale, di aprirsi a un confronto con il mondo sindacale. In breve, senza industria non può esserci crescita economica e sociale duratura. L’industria non è solo produzione: è ricerca, innovazione, occupazione stabile, valorizzazione dei territori e capacità di trattenere giovani talenti che oggi emigrano altrove. In Calabria serve vicinanza e sostegno alla sanità pubblica, processo già avviato dal governo Occhiuto; sostegno alle aree interne, montagne e colline, per interromperne il declino; una politica sempre più aperta a un turismo di qualità, rispettoso dell'ambiente; servizi che facciano innamorare i visitatori della Calabria, per la sua bellezza e per la sua cultura millenaria. A Lamezia serve una rappresentanza, un protagonismo regionale, una visione d’assieme che dia forza e prospettiva. Tridico, da 30 anni fuori della Calabria, la vorrebbe governare senza averla vissuta e conosciuta? Il candidato del centrosinistra promette lavoro al nord e sussidi al sud. Il sussidio come “il reddito di dignità” è una bugia, semplicemente perché non ci sono le risorse, nemmeno nel Fondo Sociale Europeo al quale lo stesso Tridico fa riferimento. Il pentastellato Tridico è promotore di quel reddito di cittadinanza che ha generato soprattutto assistenzialismo, con 34 miliardi di debito pubblico, senza produrre posti di lavoro, ma solo clientelismo elettorale. E poi, un’altra considerazione: siamo sicuri che Tridico, che oggi sposa la causa calabrese, una volta perse le elezioni decida di rimanere in Calabria piuttosto che “scappare” in Europa? Occhiuto, invece, chi è? È la garanzia del decisionismo, del buon governo, della concretezza e dell’autorevolezza. In questi anni è stato fatto tantissimo, non a caso lo slogan è: in 4 anni si è fatto più di 40 anni. Per questo la Calabria merita Occhiuto, per portare a compimento le opere e le riforme avviate. Occhiuto è la forza delle idee, la voce della ragione. Come non ricordare la gestione dei rifiuti, gli aeroporti, i consorzi di bonifica, che prima erano 11 e ora è uno solo. Occhiuto ha lavorato fianco a fianco con i procuratori della Calabria per 4 anni; è evidente che non ha paura nè del presente nè tantomeno del futuro. Di Occhiuto parlano i fatti: tre nuovi ospedali, i cui progetti erano fermi da 20 anni. Uno è concluso, due quasi finiti. Ha chiuso bilanci che in alcune Asp erano bloccati da 12 anni. Inoltre, Occhiuto è un presidente che, insieme alla maggioranza, ha iniziato a ricostruire una sanità sfasciata. Delle gestioni Scura, Cotticelli, Longo, si ricordano fallimenti, demenze, ritardi. Non bisogna neanche dimenticare la gestione degli impianti di depurazione, l’uso dei beni confiscati alla ‘ndrangheta. È chiaro che si deve guardare con molto rispetto al lavoro della magistratura, e Occhiuto lo ha dimostrato. Il Presidente Occhiuto è una figura capace e per questo viene ostacolato dai suoi competitor politici che hanno un solo obiettivo: metterlo da parte, demonizzarlo, fargli passare la voglia di lavorare, isolarlo. Evidentemente non lo conoscono, non conoscono il coraggio, la caparbietà, la forza, la determinazione di Occhiuto. Ha detto bene il Presidente: “Ho governato con l’acceleratore, non posso fermarmi ora. Non accetto la paralisi amministrativa, accetto solo una nuova legittimazione o delegittimazione popolare”.

"La macchina amministrativa - conclude la nota - si era, infatti, totalmente arenata per l’ingovernabilità su ogni atto. Mancava di disponibilità della macchina burocratica a portare avanti i processi. Insomma, Occhiuto era abituato a governare con un passo spedito; piuttosto che tenere la macchina regionale ferma, aspettando mesi e mesi per le indagini, si è consegnato agli elettori calabresi e con pari fiducia verso i magistrati. Il suo coraggio in politica ha uno slogan: impegnarsi, senza fermarsi, per il bene della collettività. Non se ne può più di politici che usano la spada della magistratura, prima ancora di qualsiasi giudizio, per accusare la politica del fare. Il Partito Democratico è stato preso in contropiede?  E non solo il Partito Democratico! E allora tutti devono sapere che il vento non si può fermare con le mani". 

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