Reggio Calabria - La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha confiscato beni per un valore di circa 20 milioni di euro all’imprenditore reggino Francesco Gregorio Quattrone di 56 anni. Quattrone era già stato sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza perché coinvolto nell’operazione “Olimpia 1” come presunto affiliato alla cosca “Libri”, ma fu poi prosciolto. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giovanni Riggio, Giuseppe Calabrò’, Antonino Rodà, Antonino Gullì e Paolo Iannò si è risalito al ruolo che aveva Quattrone ovvero quello di “referente”, negli anni ’90, della cosca “Libri” a Gallina di Reggio Calabria.
Il provvedimento di oggi del Tribunale di Reggio Calabria è stato emesso a seguito di accertamenti patrimoniali svolti dalla DIA di Reggio Calabria dopo aver accertato la sproporzione tra i modesti redditi dichiarati dall’imprenditore e del suo nucleo familiare in rapporto all’ingente patrimonio aziendale e personale. “L’intero patrimonio sequestrato a Quattrone - si legge nel decreto - e al suo nucleo familiare, in quanto formato in virtù di risorse provenienti da un’attività costituita con ricchezza illecita, deve essere confiscato”. In particolare sono stati sottoposti a confisca 59 unità immobiliari e produttive tra cui il patrimonio aziendale della ditta “L’Arca di Joli” a Gallina di Reggio Calabria, comprendente anche un ristorante e albergo omonimo, la pizzeria “Unicità”, la sala ricevimenti e l’annesso giardino “Luxury Ridge”. Inoltre, sono stati confiscati appezzamenti di terreno agricolo per un’estensione di oltre 360.000 metri quadri, 16 fabbricati, 2 conti correnti societari e una polizza assicurativa per un ammontare di circa 20 milioni di euro. I beni sottoposti a confisca, saranno amministrati (ai sensi delle nuove disposizioni del Codice Antimafia) da personale dell’Agenzia dei beni confiscati che garantirà la prosecuzione delle attività aziendali.
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