Lamezia Terme - Sono state depositate le motivazioni della sentenza N° 775 del 2025 della Corte di Cassazione con la quale ha annullato con rinvio la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro con cui aveva mandato assolto da ogni imputazione, precedentemente condannato dal Tribunale di Lamezia Terme ad anni nove e mesi cinque, oltre alle pene accessorie, al pagamento delle spese processuali ed al risarcimento del danno per le costituite parti civili per i reati di violenza sessuale aggravata, corruzione di minorenne e violazione degli obblighi di assistenza familiare nei confronti della figlia minore e degli altri componenti la famiglia, tutti costituitisi Parte Civile ed assistiti in tutti i gradi di giudizio dalle avvocate Caterina Berlingieri e Graziella Astorino del Foro di Lamezia Terme.
La portata maggiormente rilevante della sentenza della Corte di Cassazione è l’avere ribadito, ancora una volta, che la vittima di violenza sessuale “ ...dovrà confrontarsi con gli effetti del trauma primario denunciato e con gli esiti del trauma (secondario) scaturente dal processo, di regola condizionato dall’affidamento (o dal rifiuto) che la vittima maturerà nei confronti dell’autorità procedente…” sottolineando la difficoltà della vittima nel trovarsi a denunciare e la necessità dell’instaurazione di rapporto rispettoso e credibile verso la stessa di sostegno in tale fase, pur nella irrinunciabile ricerca della verità.
L’avv. Berlingieri sul punto ha dichiarato: “Ancora oggi, purtroppo, sono tanti, se pur di meno del passato, i pregiudizi che accompagnano la vittima in reati così esecrabili ed è importante che gli avvocati, le forze di polizia, la magistratura tutta abbiano una mente scevra da pregiudizi nel relazionarsi con la vittima e che la verità emerga nei fatti e non nelle opinioni personali o preconcettuali di ognuno. Le denunce sono necessarie anche per elaborare il vissuto traumatico che accompagna la vittima in primis, ma anche le persone ad essa vicina, sopratutto ed ancor di più se minorenni e se trattasi di reati in contesti endo familiari che, notoriamente, sono più difficili da far emergere”.
Entrambe le difensori delle Parti Civili asseriscono che “ il proposto gravame avverso la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro si è reso necessario ed opportuno anche per alcuni incisi in essa contenuti laddove la Corte Catanzarese, a giustificazione del proprio decisum ha, tra l’altro, asserito riferendosi all’imputato “ … Appare veramente illogico che ..., per soddisfare le proprie pulsioni sessuali… abbia scelto di consumare i delitti in condizioni logistiche che rendevano oltremodo probabile l'essere scoperto dagli altri figli…” Inciso che lascia alquanto basiti e preoccupati perché, con tali
pronunciamenti, sarebbe come affermare giuridicamente che non può esserci violenza sessuale tra coniugi in casa, che non può esistere violenza sessuale sui luoghi di lavoro, che non può esistere violenza sessuale nelle varie comunità perché si potrebbe, ipoteticamente, essere scoperti dagli altri parenti o dai colleghi!”
Le Avv. Astorino e Berlingieri, da anni al fianco delle vittime di violenza, ritengono “necessario diffondere sempre più messaggi sulla necessità delle denunce contro chi viola i diritti di libertà della persona intesa in tutte le sue accezioni ed ovunque essa si verifichi ed, al contempo, auspicano una sempre maggiore sensibilità in tutti, operatori di diritto e cittadini, per un dovuto sostegno alla vittima affinché non debba, dopo aver coraggiosamente denunciato, incorrere anche nella “vittimizzazione secondaria” che, purtroppo, persiste nella nostra società ove albergano, ancora, retropensieri misogini e
discriminanti” Ora la parola ritornerà alla Corte d’Appello di Catanzaro ma in diversa composizione che dovrà emettere nuova sentenza secondo l’indirizzo della Corte di Cassazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA