Lamezia: Indagati due prestanomi di Luigi Notarianni

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Lamezia Terme – Il Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, al comando del Tenente Colonnello Fabio Bianco ha proceduto alla notifica di un avviso di conclusione indagini e informazione di garanzia da parte del sostituto procuratore Domenico Galletta nei confronti di Antonio Folino, 34 anni, e Giacinto Gaetano, 39 anni, entrambi di Lamezia Terme.  Secondo l’accusa, Folino e Gateano sarebbero i prestanomi di Luigi Notarianni,  detto “Gingomma” e per tale motivo dovranno rispondere del reato previsto dall’art. 12 quinques della Legge antimafia nr. 356/92.

L’inchiesta che coinvolge i due è uno stralcio dell’operazione “Medusa” che la D.D.A. di Catanzaro ha ritenuto dover inviare ai magistrati lametini, competenti per la vicenda specifica.  In particolare, proprio Folino e Gaetano, erano stati denunciati dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza alla D.D.A. di Catanzaro nell’ambito di accertamenti di carattere patrimoniale svolti dalle fiamme gialle nei confronti del gruppo Notarianni, dai quali scaturirono i sequestri dei beni a loro riconducibili e già sottoposti a confisca con la sentenza “Medusa”, pronunciata il 17 maggio del 2013 dal G.U.P. del Tribunale di Catanzaro.         

Secondo gli investigatori, Folino e Gaetano attraverso una serie di atti falsi, avrebbero simulato l’acquisto della villa confiscata in via Mons. Azio Davoli n. 113, intestandola a loro, mentre in realtà la stessa risulterebbe nella disponibilità di Luigi Notarianni, quale abitazione principale del suo nucleo familiare. I finanzieri, per dimostrare quanto formulato in sede d’accusa, hanno dovuto ricostruire la storia di quel fabbricato scoprendo che gli originari proprietari, due anziani commercianti lametini, nel 2007  avevano venduto la villa (che all’epoca era in costruzione) ed avevano conferito a Luigi Notarianni il mandato per la vendita, nominandolo loro procuratore speciale. Tale circostanza, secondo gli inquirenti, rappresentava un elemento di anomalia in quanto la nomina di Procuratore speciale, generalmente viene effettuata nei confronti di un agente immobiliare o persona di fiducia, mentre, tra Luigi Notarianni  ed i venditori dell’immobile non risultava esserci alcun legame, né risultava che Notarianni svolgesse attività d’ intermediazione immobiliare.

Il fabbricato, poi, fu venduto inizialmente a Gaetano per una somma dichiarata di 100.000 euro mentre quest’ultimo, a distanza di circa sette mesi, cedette l’immobile a Folino, cognato di Luigi Notarianni, per lo stesso prezzo per il quale lo aveva comperato, rimettendoci, tra l’altro, anche le spese notarili sostenute al momento in cui egli lo aveva acquistato. Folino, tuttavia, secondo le fiamme gialle non avrebbe mai abitato in quella casa e nemmeno ne possiede una di sua proprietà, per cui l’intestazione a suo nome rappresentava uno degli elementi di anomalia che hanno poi portato alle contestazioni di carattere penale. Nell’approfondimento degli accertamenti, la Guardia di Finanza ha anche scoperto che dei due assegni bancari indicati sull’atto notarile quali mezzi di pagamento utilizzati da Gaetano per l’acquisto dell’immobile oggetto d’ indagine, uno fu incassato incassato dallo stesso Luigi Notarianni mentre il secondo non è stato mai negoziato, per cui è risultata evidente la simulazione delle compravendite ufficializzate negli atti. Proprio per quesi motivi, la Procura ha ora notificato l’avviso di conclusione indagini e l’informazione di garanzia a due prestanomi.

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