'Ndrangheta, smantellata la “logistica del narcotraffico” nel porto di Gioia Tauro: 36 arresti e sequestro di oltre 4 tonnellate di cocaina

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Reggio Calabria - Trecento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo - con il supporto di altri Reparti del Corpo, nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Bari, Napoli, Roma, Terni, Vicenza, Milano e Novara - provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dalla Sezione G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 36 persone (34 in carcere e 2 ai domiciliari) coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravato dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta.

Contestualmente, sono in corso perquisizioni e sequestri per dare esecuzione a provvedimenti cautelari reali finalizzati alla confisca, anche per equivalente, di beni e disponibilità riconducibili ai membri dell’organizzazione, fino alla concorrenza dell’importo di oltre 7 milioni di euro, nonché dell’intero patrimonio aziendale di 2 imprese, attive nel settore dei trasporti ed utilizzate per il compimento degli illeciti.

L’operazione costituisce l’epilogo di complesse indagini, nel cui ambito sono state sequestrate oltre 4 tonnellate di cocaina per un valore al dettaglio di circa 800 milioni di euro, condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nell’ambito di una Conferenza Stampa che si terrà alle 10:30 al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio alla presenza del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, e del Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo, nonché del Comandante Regionale, Gen. D. Guido Mario Geremia, del Comandante Provinciale, Gen. B. Maurizio Cintura, e del Comandante del Nucleo PEF Reggio Calabria, Col. t.SPEF Mauro Silvari.

Dda: dipendente Dogane ha alterato controllo

Avrebbe alterato il risultato del controllo effettuato tramite scanner su un container in cui erano nascosti trecento chili di cocaina, attestandone falsamente la regolarità, il dipendente dell'Agenzia delle dogane di Gioia Tauro, Pasquale Sergio, di 61 anni, arrestato e condotto in carcere nell'ambito dell'operazione della Guardia di finanza che ha portato all'arresto di 36 persone accusate di avere gestito un traffico internazionale di droga con base logistica nel porto container. Sergio, in particolare, che era proprio l'addetto allo scanner, avrebbe alterato, secondo quanto é detto nel capo d'imputazione, "gli esiti della scansione radiogena effettuata su un container trasportato dalla nave Msc Adelaide, proveniente da Santos, in Brasile, e sbarcato nel porto di Gioia Tauro il 18 dicembre del 2020". Il dipendente dell'Agenzia delle Dogane, in cambio della sua complicità, avrebbe percepito, secondo quanto é emerso dalle indagini, una somma pari al 3% del valore dello stupefacente che era custodito nel container, stimato in quasi nove milioni di euro. A carico di Bruno, in particolare, è stato disposto il sequestro di beni per un valore di 261 mila euro.

In manette anche il "boss dei Van Gogh"

È considerato uno dei più importanti trafficanti di cocaina a livello mondiale Raffaele Imperiale, di 48 anni, di Castellammare di Stabia (Napoli), una delle 36 persone arrestate dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha consentito di smantellare un'organizzazione criminale che avrebbe avuto la sua base logistica nel porto container di Gioia Tauro. Imperiale è noto alle cronache giudiziarie con il soprannome di "boss dei Van Gogh" perché nel 2016 fu trovato in possesso di due quadri del pittore olandese rubati nel 2022 ad Amsterdam ed il cui valore fu stimato in 130 milioni di euro. Al trafficante di droga campano l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale di Reggio Calabria è stata notificata in carcere. Imperiale, infatti, è già detenuto perché sta scontando una condanna definitiva ad otto anni e quattro mesi di reclusione per traffico di droga. Raffaele Imperiale, al quale vengono contestati contatti diretti con i narcos colombiani, negli anni scorsi si era rifugiato a Dubai per sottrarsi all'esecuzione di tre provvedimenti restrittivi emessi a suo carico dal Gip di Napoli sempre per traffico di droga. Negli Emirati Arabi il trafficante aveva trascorso cinque anni prima di essere estradato in Italia e finire in carcere. Secondo quanto è emerso dall'inchiesta, Imperiale avrebbe organizzato, assieme ai trafficanti di droga calabresi coinvolti nell'operazione diretta dalla Dda di Reggio Calabria, l'importazione di oltre due delle quattro tonnellate di droga, per un valore di ottocento milioni di euro, sequestrate nel corso delle indagini dalla Guardia di finanza.

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