Reggio Calabria - E' il senatore Antonio Caridi (Gal) uno degli indagati nell'ambito dell'operazione "Mamma Santissima", eseguita stamane dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria che avrebbero individuato una struttura segreta legata alla 'ndrangheta in grado di condizionare le elezioni. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della citta' dello Stretto, il gip ha emesso 5 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa. La misura nei confronti del senatore, che gode dell' immunita' parlamentare, restera' ineseguita fino al pronunciamento sulla richiesta di autorizzazione all'arresto da parte dell'assemblea di Palazzo Madama.
Gli altri destinatari dei provvedimenti sono l'ex parlamentare Paolo Romeo, gia' in carcere in seguito alle operazioni "Fata Morgana" e "Reghion", l'ex sottosegretario regionale Alberto Sarra (ex Alleanza Nazionale), l'avvocato Giorgio De Stefano e Francesco Chirico. L'accusa e' di associazione mafiosa
Caridi, 47 anni, reggino, e' stato eletto nel 2013 e appartiene ad una famiglia gia' attiva nella vita politica locale: il padre fu vicesindaco di Reggio Calabria nelle fila della Democrazia Cristiana. La sua carriera politica inizio' nel 1997 con l'elezione alla carica di consigliere comunale per l'Unione di Centro, risultando primo degli eletti nellalista. Cinque anni dopo, nel 2002, fu nominato assessore comunale, incarico confermato nel 2010 sempre tra le file dell'Unione di Centro. Nel 2010 inizio' la scalata con l'elezione a consigliere regionale del Popolo delle Liberta', anche in questo caso risultando il primo degli eletti nella provincia di Reggio Calabria con oltre 11.000 preferenze.
Un risultato che gli valse la nomina ad assessore alle Attivita' produttive nella Giunta di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti. Nel 2013 fu eletto senatore per il Popolo della Liberta', diventando membro della Commissione Industria, commercio, turismo e della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Il suo nome suscito' polemiche quando il capogruppo al Senato del Popolo delle liberta', Renato Schifani, lo propose quale componente della Commissione parlamentare antimafia. Lasciato il Popolo delle liberta', passo' nel gruppo del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, quindi dal 2014 aderisce al gruppo Grandi autonomie e liberta' (Gal).
M5S: subito in giunta richiesta arresto Caridi
"Rivolgiamo un appello al presidente della Giunta delle elezioni e delle immunita' parlamentari Dario Stefano affinche' calendarizzi immediatamente la discussione per procedere all'arresto da parte della magistratura del senatore Stefano Caridi, di Gal". Lo scrivono, in una nota, i parlamentari del M5S. "Stamattina - spiegano - i Carabinieri hanno condotto un'operazione fondamentale in cui e' stata individuata la "struttura segreta di vertice della 'ndrangheta in grado di dettare le linee strategiche" e di "interagire sistematicamente e riservatamente con gli ambienti politici, istituzionali ed imprenditoriali". Cinque gli arresti, eseguiti dai Carabinieri del Ros e da quelli di Reggio Calabria. Lo ripetiamo da sempre che corruzione e mafie sono nel cuore delle istituzioni parlamentari, questa e' solo l'ennesima dimostrazione. Troppe - scrivono - le richieste che giacciono inevase in Senato, dimenticate volutamente. Vogliamo che Caridi stia in Senato a comporre trame per la 'ndrangheta, pagato profumatamente dai cittadini, ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso per la democrazia? Questa - si sottolinea - e' la richiesta dei parlamentari M5S della commissione Antimafia e di tutti parlamentari 5 stelle della Calabria".
"Nell'autunno del 2013 - ricorda la deputata del M5s Dalila Nesci - riuscimmo a cacciare il senatore Antonio Caridi? dalla commissione parlamentare antimafia. Oggi ne è stato richiesto l'arresto, nell'ambito di un'importante inchiesta. alla Camera mettemmo in evidenza circostanze che rendevano del tutto inopportuna la presenza del politico in quella commissione bicamerale. Come al solito, partiti e apparati di potere tacquero. Noi 5 stelle fummo i soli ad alzare la voce, nello specifico ponendo la questione morale. In seguito - continua la parlamentare - il senatore Caridi si proclamò esterrefatto, sostenendo che si trattava di un attacco privo di fondamento e annunciando possibili azioni legali contro di noi, perché a suo giudizio con tanta superficialità e ingiustificato livore politico tentammo di infangarne il buon nome e l'onorabilità. Allora è bene - conclude Nesci - ribadire che il Movimento 5 Stelle interviene sempre prima, a partire dai propri eletti, sulla base del principio che prevenire è meglio che curare. La storia ci ha dato ragione, nel caso di specie. Adesso il Senato dovrà dimostrare coscienza politica e consentire che l'attuale vicenda del senatore Caridi sia definita dalla giustizia penale".
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