Catanzaro - I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro hanno notificato a Davide Sestito 38 anni, presso la casa circondariale di Catanzaro-Siano, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta Dda per i reati di sequestro di persona e omicidio premeditato, aggravati dall’articolo 7 della legge 203/91. Sestito sarebbe indiziato di aver sequestrato e poi ucciso Giuseppe Todaro, 35 anni, in concorso con Maurizio Tripodi, 57 anni, condannato in appello a venti anni di reclusione, Michele Lentini, 45 anni, attualmente a giudizio davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro per il quale il Pm ha di recente chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per un anno, e con i defunti Vittorio Sia e Agostino Procopio. L’omicidio Todaro si colloca in un ampio contesto ‘ndranghetistico che vede la contrapposizione tra il sodalizio formatosi nella zona di Soverato, facente capo al gruppo Sia-Tripodi-Procopio, e quello storicamente operativo nel territorio di Guardavalle ma con l’influenza anche sul territorio del soveratese diretto e guidato da Vincenzo Gallace, al quale anche la vittima con il padre Domenico Todaro facevano riferimento.
Le dinamiche delinquenziali sviluppatesi nella zona corrispondente alla fascia ionica della provincia di Catanzaro e al suo entroterra negli anni compresi tra il 2002 e l’attualità sono state influenzate dallo sviluppo turistico e commerciale nonché da opere pubbliche che hanno contribuito a scatenare il desiderio di dominio e profitto della malavita organizzata locale, caratterizzata, com’è noto, da connotazioni proprie della ‘ndrangheta. E’ in tale contesto che si scatenava una vera e propria guerra tra opposte consorterie di ‘ndrangheta. Solo nell’area del soveratese, in un breve arco temporale, avevano luogo i seguenti atti criminali: attentato alla vita di Vittorio Sia, omicidio di Vittorio Sia, omicidio di Agostino Procopio, tentativo di omicidio di Fiorito Procopio, tentato omicidio in danno di Antonio Gullà, sequestro di persona e omicidio di Giuseppe Todaro, omicidio di Pietro Chiefari, omicidio dei fratelli Vito e Nicola Grattà, omicidio di Ferdinando Rombolà.
La scomparsa di Giuseppe Todaro è avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2009. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro e della Compagnia di Soverato hanno poi dato inizio ad una serrata attività d’indagine in cui venivano poste in essere varie operazioni di natura tecnico-intercettiva; venivano acquisiti i filmati relativi ai veicoli in transito in Soverato nella tarda serata del 21 dicembre 2009; venivano sentiti a sommarie informazioni testimoniali i familiari dello scomparso.
L’attività d’indagine svolta evidenziava numerosi elementi di responsabilità a carico dei defunti Vittorio Sia e Agostino Procopio, nonché di Michele Lentini e Maurizio Tripodi, in relazione alla scomparsa e alla successiva soppressione violenta di Giuseppe Todaro. I fatti riportati nell’informativa confluivano nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto disposto dal Pm Capomolla (nell’ambito del procedimento penale nr. 6642/09 RGNR mod.21) e successivamente nella ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro nei confronti, tra gli altri, di Fiorito Procopio, Bruno Procopio, Francesco Procopio e Michele Lentini, (indagine “Showdown”, attesa la sussistenza di gravame indiziario per il reato di cui all’art. 416 bis C.P).
Il 20 maggio 2012, a carico di diversi soggetti ritenuti esponenti della presunta cosca capeggiata dal summenzionato Fiorito Procopio, l’Ufficio Gip del Tribunale di Catanzaro emetteva ulteriore Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere (n. 6642/2009 R.G.N.R. Mod. 21, n. 4121/2009 R.GIP. e n. 201/11 RMC), per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. Tra i destinatari del provvedimento si annovera anche Davide Sestito, ritenuto sodale ed organico alla compagine mafiosa che, tuttavia, riusciva a rendersi irreperibile sottraendosi volontariamente all’esecuzione del provvedimento restrittivo, motivo per cui il 17 maggio 2012 - il Tribunale di Catanzaro - Ufficio Gip ha emesso a suo carico la declaratoria dello stato di latitanza per Davide Sestito, alle 23:40 del 15 febbraio 2013, dopo un’articolata attività investigativa svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, è stato arrestato in Germania nella città di Saarbrücken, mentre tentava di vedersi con la moglie e la figlia che lo avevano raggiunto.
Le indagini appuravano che il movente della scomparsa di Todaro era da ricondurre al tentato omicidio avvenuto nella serata del 21 dicembre 2009 del defunto Vittorio Sia, il quale ordiva l’immediata reazione contro Todaro, ritenuto con Pietro Chiefari, che verrà assassinato il 16 gennaio 2010, l’autore dell’agguato. Vittorio Sia si sarebbe avvalso della collaborazione di Michele Lentini, di Maurizio Tripodi, del defunto Agostino Procopio e di Davide Sestito, cognato di Giuseppe Todaro. L’attività investigativa, inoltre, veniva corroborata dalla collaborazione di Domenico e Vincenzo Todaro (a partire dal 10 marzo 2010), successivamente da quella di Antonino Belnome (sul finire dell’anno 2010), da quella di Bruno Procopio (a partire dal dicembre 2011) e da quella di Gianni Cratarola. Le articolate indagini svolte da questa polizia giudiziaria improntate, tra l’altro, a verificare l’esistenza di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Bruno Procopio, figlio del capo cosca Fiorito Procopio, Gianni Cretarola e Antonino Belnome, hanno consentito l’acquisizione degli elementi probatori circa il coinvolgimento di Davide Sestito nel sequestro di persona e omicidio di Giuseppe Todaro. La sera del 21 dicembre 2009, infatti, Sestito avrebbe attirato il cognato Giuseppe Todaro in una trappola mortale, invitandolo a salire a bordo del furgone Fiat Doblò bianco di Agostino Procopio, mentre si accingeva a rincasare con la compagna. Da quel momento si persero definitivamente le sue tracce.
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