Lamezia, la storia di undici donne coraggiose e di carattere calabresi nel libro "L' ape furibonda" presentato al Civico Trame

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Lamezia Terme - Il temperamento di undici donne coraggiose che con le loro azioni si sono distinte per audacia e intraprendenza, a volte pagando con la vita le loro scelte. Si racconta e si descrive di donne coraggiose nel libro "L'ape furibonda. Undici donne di carattere in Calabria" scritto a più mani fra Claudio Cavaliere, Bruno Gemelli, Romano Pitaro presentato al Civico Trame. Il libro, edito Rubbettino ed uscito nel giorno della festa della donna, è stato moderato dalla giornalista de “Il Lametino”, Claudia Strangis, con gli interventi degli autori e del magistrato Gabriella Reillo, in collaborazione con la Libreria Tavella e Rubbettino editore.  Prima dell'inizio, l'omaggio di Claudia Strangis a un intellettuale lametino, scomparso da poco, al quale la città era particolarmente affezionato. Il professor Antonio Milano. 

Come è nata l'idea di scrivere questo libro? Romano Pitaro risponde rompendo stereotipi intorno al genere. "Volevamo esprimere da maschi l'opinione sul femminicidio. Volevamo raccontare degli spiriti forti della Calabria". E dietro quella che Gabriello Reillo descrive come tecnica tipicamente narrativa del romanzo c'è la prima pentita di mafia in assoluto, la sindaca comunista ritratta da Pablo Picasso, c’é 'Ciccilla la brigantessa che spaventò l'Italia, e tante altre donne ancora.

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"Le donne di cui parliamo hanno ciascuno, nel proprio ambito, infranto un tabù - afferma Gemelli - il libro è nato per caso, prima dall'idea abbozzata, poi dal titolo, dalla copertina, e passo passo è venuto fuori il volume". L'ape furibonda, titolo che riprende Alda Merini, è un richiamo nel tempo, una restituzione di dignità ai luoghi. "È solo quando abbiamo letto il libro per intero che ci siamo resi conto della storia che hanno prodotto queste donne" - aggiunge Cavaliere. Storia che, nel presente, si rivela rilevante ad abbattere luoghi comuni intorno a una Calabria spaccata fra molta cronaca e poca storia. 

Le protagoniste, non sono prettamente calabresi eppure parlano di Calabria. "Il libro doveva avere il contesto calabrese" - afferma Gemelli. C'è uno spaccato di miseria e di sete di libertà, giustizia. "Dobbiamo ricordare ai nostri figli che le libertà vanno conquistate - dice Gabriella Reillo - forse inconsapevolmente il libro riprende la controinformazione ". Colpisce la storia di donna Ciccilla, condannata a morte a soli 22 anni, che non sceglie di diventare brigantessa ma è costretta dalle circostanze. Una donna che, col suo racconto, fornisce un'idea originale di brigantaggio. Infine, spazio ad alcuni interventi dal pubblico circa l'importanza delle donne del sud in passato. "Donne che hanno raccontato i luoghi con le loro essenze - afferma Francesco Bevilacqua - soprattutto nella civiltà mediterranea". 

Valeria D’Agostino

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