Lamezia Terme - “Le donne vengono rispettate in quanto donne di uomini d’onore e non in quanto donne”. Questa è una frase del contenuto del libro di Angela Iantosca, autrice di “Onora la madre, il diritto inalienabile alla felicità”. Presentato a palazzo Nicotera da Gianfranco Manfredi, giornalista e da don Giacomo Panizza. È un libro che descrive il cambiamento del ruolo della donna nella 'ndrangheta dai primi del Novecento a oggi. Il libro ha questo scopo. E non solo. Mette in evidenza come a una iniziale presenza femminile e un coinvolgimento nei processi, sia seguita la sua scomparsa dagli atti giudiziari per poi ritornare.
“È un libro che si legge con grande facilità frutto di un lavoro d’indagine e non solo una galleria di figure femminili” per Manfredi. Lo stile è tra la saggistica e la letteratura”. Ha poi descritto le sorelle d’onore, “è una figura particolare, che risulta da recenti acquisizioni investigative.” “Il ruolo delle donne è cambiato nel corso degli anni”. Per l’autrice e ha spiegato alla platea che ha gremito la sala che “non necessariamente le donne vestite di nero sono donne di ndrangheta. Lo sono magari molto di più le donne alla moda”. Poi ha detto che “prima la donna era una presenza silenziosa all’interno delle famiglia mentre agli inizi del ‘900 erano funzionali in maniera pratica all’interno della ‘ndrangheta”. Negli ultimi anni le donne hanno sostituito la figura maschile all’interno della ndrangheta. È questa, è un'altra di quelle contraddizioni all’interno della ndrangheta.
Per l’autrice “la donna è funzionale all’esercizio del potere. È un matriarcato nascosto da un maschilismo comodo”. E, ora, si stanno accorgendo della bellezza del potere. Nel momento in cui parlano”, ha concluso, “sono consapevoli del destino che le aspetta. Sono delle “woman dead walking”. E devono condurre una vita completamente isolata per evitare quello che è un destino segnato”. “Sono racconti molto tragici” per Don Giacomo Panizza” perché le donne sono cresciute molto di più degli uomini negli ultimi anni, ma sono la forza e la debolezza della ndrangheta”.
M.A.
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