LAMEZIA/ Due giorni al voto: Centrosinistra unito sulla Lo Moro. Centrodestra in crisi con Murone che teme il disgiunto a favore di Bevilacqua

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di Antonio Cannone

Lamezia Terme - Pochi giorni al responso delle urne. Lamezia si prepara al rinnovo del Consiglio comunale e all'elezione del sindaco in un clima segnato da profonde divisioni nel centrodestra e da una ritrovata unità del centrosinistra. Tanto che i leader nazionali della prima coalizione hanno pensato bene di "scendere" a Lamezia e preferire incontri "pubblici" in location al chiuso. In particolare i leader, e non sarà stato un caso, appartenenti a Noi Moderati e alla Lega. Fa specie poi, l'assenza di esponenti di "rilievo" nazionale di Fratelli d'Italia che pure esprime il presidente del Consiglio dei ministri e capo del Governo. Giuseppe Conte di Cinquestelle, invece, non ha esitato ad affrontare la "piazza" e confrontarsi con i cittadini lametini.

Tre, dunque, i candidati per lo scranno più importante, Doris Lo Moro, Mario Murone e Gianpaolo Bevilacqua. La prima (appoggiata da 5 liste: Pd, Per vivere bene, Era Ora, M5S e Azione) si ripresenta agli elettori lametini forte del sostegno di tutto il centrosinistra e in virtù di una scelta che ha trovato d'accordo i partiti e i movimenti, su una "opzione" che garantisce competenza ed esperienza, serietà, affidabilità, rigore. Al contrario del centrodestra che domenica e lunedì si presenterà agli elettori con un candidato, Mario Murone, poco incline alla dialettica politica e privo di esperienza amministrativa, sostenuto da 6 liste: Lega, Fratelli d’Italia, Noi moderati, Calabria Azzurra, Forza Italia e Lamezia Domani.

Un candidato (che spesso ha evitato i confronti) in evidente “difficoltà oratorie” quando si parla di politica e, ancora più grave, in difficoltà rispetto alla visione di quella che dovrebbe essere la Lamezia dei prossimi cinque anni. Al contrario di Doris Lo Moro, il candidato del centrodestra, è appoggiato da partiti ed esponenti politici vecchi, qualcuno, come Pino Galati, più volte sottosegretario e quindi uomo di Governo per oltre vent'anni complessivamente, che ha lasciato solo ricordi di "pose di prime pietre" e di conseguenziali fallimenti. I nuovi, molti dei quali si ripresentano agli elettori "forti" della recente esperienza consiliare che in alcuni casi li ha visti sia oppositori che fra i banchi della maggioranza. Una contraddizione enorme per chi ora si presenta sotto la stessa "bandiera". Ad un centrosinistra unito, non si può non sottolineare la spaccatura esistente nel centrodestra, nonostante Gianpaolo Bevilacqua (appoggiato da 3 liste: Gianpaolo Bevilacqua sindaco del popolo, Indipendenza e Lamezia nel Cuore-Italia del Meridione) si ostini a definirsi "civico". La realtà dei fatti, e lo sa anche il diretto interessato, è che si tratta di uomo di centrodestra e come tale raccoglie naturalmente consensi nell'elettorato di riferimento. Un terzo "incomodo”. Meglio dire scomodo più che altro a Murone, appoggiato da alcune famiglie storicamente di centrodestra e che può contare, secondo rumors insistenti, sull'esercizio democratico del ricorso al voto disgiunto. Un "espediente" che è causa da molte settimane ormai di un evidente "nervosismo" nel centrodestra "ufficiale".

Un incubo per i maggiorenti del centrodestra che vedono in Bevilacqua una “minaccia” concreta sulla strada dei consensi verso Murone. A riprova di ciò, il recente botta e risposta al vetriolo fra l'esponente catanzarese e consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Talerico e quanti vicini a Bevilacqua. Un centrodestra che, alle divisioni citate, assiste anche al silenzio e all'assenza totale in campagna elettorale di un esponente di rilievo di Forza Italia. Ovvero, il sindaco uscente, Paolo Mascaro il quale (al di là di spot sui social sull’attività della sua Amministrazione) si è totalmente, eclissato, "disinteressato", guardandosi bene dal fare propaganda per il suo "partito" e quindi per Murone. Anzi, i più "maligni" tra gli osservatori politici della città, parlano di un Mascaro che strizza l'occhio al "civico" della contesa. Supposizioni? Pettegolezzi? Verità? Vedremo dal responso delle urne e dall'esito che si avrà già a partire dalla tarda serata di lunedì 26 maggio. Saranno poco più di 61mila gli aventi diritti al voto. Un dato che storicamente si dimezza e che presuppone fra 33mila e 34mila votanti reali, o ancora di meno. Avranno seminato bene in questo mese i candidati tanto da far crescere il numero dei votanti effettivi, e "smentire" le previsioni sul fenomeno dell'assenteismo?.

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