Lamezia Terme - All'indomani del Consiglio comunale uscito fuori dalle urne dopo il doppio turno elettorale di maggio e giugno non mancano le riflessioni alla luce dei commenti e delle dichiarazioni post-Assemblea. Intanto, vi è da dire che all'interno della maggioranza di centrodestra i mal di pancia erano iniziati ancor prima della convocazione ufficiale dell'assise. Allorquando già i partiti cominciavano a proporre i nomi dei papabili assessori. Chi ne pretendeva tre, chi due e chi fino all'ultimo sperava di averne almeno uno e alla fine è rimasto a "bocca asciutta". Si è parlato di manuale Cencelli e così è stato, nell'accezione però più bieca che ciò comporta. A farne le spese più di ogni altra lista, Calabria Azzurra che - al netto delle diatribe interne sulla titolarità del simbolo con chiarimenti e note stampa varie - ha pagato il prezzo più alto di un accordo nato male e finito peggio.
Il candidato dell'Udc-Cdu, nel caso di specie, Giancarlo Nicotera si era immolato sotto la bandiera del suo credo politico e fino a poche ore prima del Consiglio comunale era di fatto il candidato in pectore per lo scranno della presidenza. È bastata una telefonata arrivata da Reggio Calabria, dal coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Cannizzaro per "far cambiare idea" e sovvertire un accordo già preso da settimane che da più parti, noi compresi, avevamo intuito. Così come avevamo da tempo indovinato le caselle che andavano a comporre l'esecutivo Murone. Ci siamo chiesti, appena eletta la presidente dell'assise, cosa avrebbe fatto Nicotera e pare che le note di Pegna e Sdanganelli vadano in una direzione di presa di distanza dall'esecutivo, o quantomeno di valutare "di volta in volta" come si dice in gergo, il "cosa fare". Insomma, l'inizio di questa Amministrazione non sembra incoraggiante e i mugugni ovviamente non sono solo in casa Calabria Azzurra ma, se pur mascherati, riguarderebbero altri esponenti politici locali. Fa specie per esempio il silenzio assordante del coordinatore cittadino di Forza Italia, Salvatore De Biase scomparso dai radar da settimane. Mai una parola sugli accordi, sulle trattive in corso. Se non intervenire oggi con un nota congiunta assieme al coordinatore provinciale Polimeni e ad Emanuele Ionà, per un plauso a scelte chissà quanto davvero condivise. Sarebbe interessante conoscere il suo pensiero, scevro da dichiarazioni di facciata.
Intanto, e questo è un dato prettamente politico-amministrativo, al primo Consiglio comunale ad un mese dal ballottaggio, il sindaco Murone nei suoi pochissimi minuti di intervento (compresi la lettura dei nomi degli assessori) non ha fatto alcun cenno alle Linee programmatiche (anche se ha 90 giorni di tempo), così come non ha detto nulla sulle cose imminenti da fare: dalla Tari, a come cimentarsi con i fondi Pnrr per non farli perdere, al prossimo Bilancio da approvare. Insomma, trincerarsi dietro al solo ordine del giorno del Consiglio, oppure dare lezioni alla stampa su cosa scrivere o non scrivere, ci è sembrato davvero una mancanza di rispetto per i cittadini di una realtà in perenne emergenza. Il "popolo", quel "popolo" tanto amato e tirato in ballo in ogni occasione, sperava in un primo discorso ampio del sindaco che aprisse la strada alle "cose da fare" concrete e non assistere al "compitino" da primo giorno di scuola. La città è in attesa di cosa farà la Giunta subito. E, a proposito ci viene spontaneo chiedere a Murone (sempre se ci è consentito parlare): ma poi è andato a trovare il ministro Salvini il lunedì successivo alla sua elezione? Avranno già messo in cantiere i progetti e relativi fondi da intercettare per far decollare questa città?
A.C.
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