Tar conferma scioglimento comune Reggio Calabria

tar-Lazio.jpg

Roma – È stato confermato dal Tar del Lazio lo scioglimento del comune di Reggio Calabria per continuità mafiose. La decisione è stata presa dalla I sezione presieduta da Calogero Piscitello, che ha respinto il ricorso proposto dall'ex amministrazione comunale. Il ricorso respinto dal Tar del Lazio vedeva come primo firmatario l'ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena. Si contestava il provvedimento del 10 ottobre 2012 che disponeva lo scioglimento del Consiglio comunale per 18 mesi e la nomina di una Commissione straordinaria per la gestione provvisoria dell'Ente. All'atto, spiegò il ministro dell'Interno dell'epoca, Annamaria Cancellieri, per episodi che riguardano gli amministratori come mancati "controlli per gli appalti e la gestione dei beni confiscati alla mafia".

REAZIONI

Ex sindaco Arena: "Comune sciolto per suggestioni"

"Più volte ho avuto modo di manifestare la totale sfiducia su un sistema che si fonda sull'interpretazione di una legge imperniata non su elementi concreti, univoci e rilevanti, ma su semplici indizi, se non, addirittura, suggestioni". Lo afferma, in una nota, l'ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, in relazione alla decisione del Tar del Lazio di rigettare il suo ricorso contro lo scioglimento del Comune per contiguità mafiose. ''Il risultato - aggiunge Arena - è che decine di amministrazioni locali del Mezzogiorno sono state sciolte sulla base dell'equazione 'Mafia sul territorio=scioglimento automatico!'. Il Consiglio comunale di Reggio Calabria è stato sciolto sulla base di questo assunto. Arena, attuale assessore della Giunta regionale presieduta da Giuseppe Scopelliti, che è stato sindaco di Reggio Calabria dal 2002 al 2010, afferma di non essere ''sorpreso dall'odierna sentenza del Tar Lazio che ha rigettato il ricorso avverso lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria. Mi sarei stupito del contrario. Del resto, già durante l'impacciata e contraddittoria conferenza stampa del Ministro Cancellieri era stato chiarito che si trattava di un provvedimento preventivo fondato sul pericolo che l'Amministrazione comunale potesse subire condizionamenti da parte della criminalità organizzata. La sentenza del Tar Lazio conferma questo indirizzo, che di fatto espone tutte le Amministrazioni locali, soprattutto del Mezzogiorno, al rischio di provvedimenti che mortificano la volontà popolare e sospendono la democrazia''. ''Da una prima fugace lettura della sentenza - dice ancora Arena - emerge, inoltre, che il Tar del Lazio non ha accertato la veridicità dei fatti contestati, limitandosi ad assumerli come verità assoluta. Quei fatti, per intenderci, contenuti in una relazione che si è rivelata palesemente infondata, erronea e fuorviante''. ''Nonostante le perplessità di fondo - conclude l'ex sindaco di Reggio Calabria - così come ho deciso di presentare ricorso per tutelare la dignità della comunità cui appartengo, continuerò con determinazione l'azione giudiziaria intrapresa in tutti i successivi gradi di giudizio''.

Tripodi (Pdci): "Tar rende giustizia nostre denunce"

"Lo scioglimento per mafia del Comune di Reggio è stato legittimo, motivato e, inequivocabilmente, frutto di una pessima gestione della cosa pubblica da parte dell'amministrazione del centrodestra". Lo afferma, in una nota, Ivan Tripodi, segretario cittadino del Pdci di Reggio. "La sentenza del Tar del Lazio, nel respingere il ricorso avverso lo scioglimento presentato dall'ex sindaco Arena e propiziato dall'ex sindaco Scopelliti insieme ai suoi sodali - prosegue Tripodi - rappresenta un'ulteriore limpida certificazione riguardo l'altissimo livello di infiltrazione che la 'ndrangheta ha avuto nell'amministrazione comunale reggina. Nelle motivazioni della sentenza del Tar viene evidenziato un quadro agghiacciante rispetto alla concreta influenza esercitata dalla criminalità organizzata, quindi dalla 'ndrangheta, sugli organi elettivi del Comune. I giudici amministrativi hanno rappresentato con estrema chiarezza quanto il funzionamento del Comune di Reggio fosse, nei fatti, sotto la totale influenza della 'ndrangheta. Insomma, una vera e propria tragedia sociale che peserà tragicamente su un'intera comunità che, per colpa di una fallimentare e nefasta classe dirigente del centrodestra, ha subito l'onta del motivato scioglimento per mafia del Comune". "Pertanto, manifestiamo piena soddisfazione - sostiene ancora Tripodi - per la sentenza del Tar del Lazio che, nel lasciare poco spazio alle interpretazioni, conferma il giudizio tranciante e la richiesta di scioglimento del civico consesso che, in tempi non sospetti e in perfetta solitudine, esprimemmo pubblicamente, subendo ripetute critiche ed attacchi personali ai limiti dell'intimidazione. Riguardo le nostre reiterate denunce pubbliche il Tar ci rende giustizia poiché descrive come il Comune di Reggio Calabria fosse nelle mani di un putrido sistema di potere dominato dalla 'ndrangheta e dalla criminalità. Pertanto, oggi più che mai, è necessario lavorare per costruire un percorso di forte cambiamento e di radicale rinnovamento etico, morale e amministrativo, affinché a Reggio ritorni una nuova indispensabile Primavera caratterizzata dagli insegnamenti e dall'esempio dell'indimenticabile sindaco Italo Falcomatà".

© RIPRODUZIONE RISERVATA