Martirano Lombardo - "Un grande e meritato apprezzamento per la commedia dialettale “Malato immaginario, portafoglio reale: Pietrebianche in prognosi risata!” portata sul palco dalla compagnia teatrale “Ud’è cosa” in piazza Giuli nel piccolo borgo di Pietrebianche, frazione di Martirano Lombardo" è quanto si legge in una nota.
"Una commedia brillante, che - precisano - ha tratto spunto dal Malato immaginario di Molière, in vernacolo, per essere ambientata a Pietrebianche e che ha visto Piazza Giuli gremita di spettatori, molti dei quali emigranti, entusiasti che hanno trascorso una bella serata all’insegna del sorriso e della spensieratezza accogliendo le battute con continui applausi. Commoventi la presentazione iniziale e i saluti finali del gruppo che ha voluto raccontare da quali forti e struggenti sentimenti è nata l’idea di proporre la commedia".
"Nella presentazione iniziale si è sottolineata come la rappresentazione teatrale sia nata “ …. da un sentimento di protezione, di cambiamento per il futuro ed insieme di continuità con il passato” . E, toccando il tema dell’emigrazione di tanti giovani, si è fatto riferimento a Vito Teti che parlando di “restanza” diceva “Partire e restare sono i due poli della storia dell'umanità”. Dove chi rimane in qualche modo si sente in viaggio e chi parte non parte mai del tutto e i ricordi dei luoghi nei quali si è cresciuti si rimangono nel cuore".
"Nei ringraziamenti finali al pubblico e a quanti hanno collaborato alla riuscita della rappresentazione è stata sottolineata l’importanza dell’unione, dell’essere presenti, nel fare, per mantenere vivo il territorio, per mantenersi vivi … per mantenere viva Pietrebianche dove “si vive con dignità antica: le mani si alzano prima del sole, sistemano la casa, curano l’orto, raddrizzano le giornate. E sempre si lavora, come se ogni giorno fosse ancora da meritare”. Si è ritornati al tema della “restanza” aggiungendo “Qui, per restare, serve tenacia. Serve coraggio. Per questo non giudichiamo chi è partito. Anzi, lo capiamo. Ma ci manca. Ci manca ogni volta che una casa si chiude. Ogni volta che il silenzio prende il posto di una voce. E a chi è andato via vogliamo dire solo questo: questa casa è ancora aperta”.
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