Arriva la notte di San Lorenzo, ma il picco di stelle cadenti è atteso tra il 12 e il 13 agosto

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Lamezia Terme - Arriva la notte di San Lorenzo con le sue stelle cadenti, e i nasi all’insù ad ammirare il cielo di agosto attraversato dalle scie brillanti per esprimere un desiderio. Se tradizionalmente si chiamano "Lacrime di San Lorenzo", il loro picco è previsto come ogni anno uno o due giorni più tardi rispetto al 10 agosto. Quest’anno, a differenza del 2018 in cui erano state le protagoniste indiscusse del cielo per l’assenza della Luna, a rubare la scena alle Perseidi sarà il nostro satellite oltre il primo quarto, impegnata in una spettacolare danza con i pianeti. Conto alla rovescia, dunque, per il picco delle stelle cadenti di agosto, le cosiddette Perseidi, attese nella notte tra il 12 e il 13. 

"Dopo un 2018 a dir poco memorabile, per il 2019 le condizioni osservative delle Perseidi saranno meno favorevoli, anche se sarà possibile vederne circa 50 l'ora a ridosso del picco", spiega l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope. "La Luna infatti sarà piena il 15 agosto e nei giorni del picco sarà visibile fin dal tramonto, per buona parte della notte. Le condizioni migliori di visibilità delle meteore di agosto - continua l'esperto - si verificheranno quindi nella parte finale della notte, poco prima dell'alba, dopo che la Luna sarà tramontata. Lo sciame delle Perseidi - prosegue - sarà già attivo nelle notti tra il 10 e l'11 e tra l'11 e il 12 agosto, quando la Luna tramonterà prima rispetto alla notte del picco".

Lo sciame delle Perseidi deve il suo nome al fatto che il punto dal quale le meteore sembrano arrivare, il cosiddetto radiante, è in prospettiva in direzione della costellazione di Perseo. Le meteore di agosto sono generate dalle polveri lasciate dalla cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862 e che si avvicina alla Terra ogni 135 anni. "Il fenomeno - chiarisce Masi - si verifica quando la Terra si tuffa nella nube di polveri seminata dalla cometa nel suo peregrinare intorno al Sole. Questi grani di polvere, penetrando a gran velocità nell'atmosfera terrestre, bruciano per attrito lasciando in cielo le caratteristiche scie. A cadere quindi - conclude - non sono stelle, ma briciole della cometa".

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