Roma - In Italia un consumatore tipo dovrebbe accantonare in media 17 mensilità di stipendio per cancellare il debito residuo (tra mutui e altri prestiti) e in alcune città, come Rimini, si superano i 29 mesi. È questo il rapporto medio tra i salari e l'indebitamento della popolazione con crediti attivi, elaborato dal Sole 24 Ore, pubblicato sul quotidiano del lunedì incrociando le retribuzioni provinciali lorde dei dipendenti italiani (a tempo pieno, suddivise in 13 mensilità, Istat 2023) e i valori della mappa del credito estratti da Crif a giugno 2025. La simulazione parte dall'ipotesi che l'intera retribuzione venga destinata alla chiusura delle pendenze: ne emerge un indicatore di sostenibilità, fermo restando che la rata - per criterio generale - non dovrebbe superare un terzo dello stipendio netto.
Le mensilità necessarie per estinguere il capitale - secondo il quotidiano economico - possono arrivare fino a quasi 30 in provincia di Rimini (29,8 mensilità), oppure 27 a Prato e Grosseto. Di contro a Frosinone e Biella ne bastano 13. Differenze così marcate - viene messo in risalto - riflettono una geografia dell'indebitamento variabile. L'esposizione media residua (cioè la somma dei finanziamenti attivi, ancora da rimborsare) è più elevata, ad esempio, nei territori in cui i mutui sono maggiormente diffusi o i prezzi delle case sono più alti. In Trentino Alto Adige l'indebitamento medio raggiunge i 49.226 euro, in Lombardia si attesta a 40.294 euro.
All'estremo opposto i cittadini della Calabria risultano avere un debito medio pari a meno della metà di quello dei Trentini (19.292 euro), in virtù di prezzi delle case inferiori e di un peso dei mutui sotto la media (ad esempio, a Reggio Calabria rappresentano solo il 10% dei crediti attivi). Anche in Sicilia e Molise l'importo da rimborsare non supera i 22mila euro. Oltre alla diversa incidenza dei mutui - viene spiegato nell'articolo - la mappa provinciale dell'indebitamento rispecchia anche la differente propensione a fare ricorso ai finanziamenti e la diversa capacità reddituale e di risparmio delle famiglie; incidono pure la tendenza ad allungare la permanenza nella casa dei genitori, la capacità di sostegno finanziario della cerchia familiare e la diversa intensità della ripresa economica sul territorio. Osservando, invece, la quota di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo, la percentuale più elevata si incontra a Livorno (il 76,9% del totale) e resta superiore al 70% a Massa, Cagliari, Lodi, La Spezia, Pisa e Roma. Dal lato opposto si colloca Bolzano, dove solamente il 28,3% della popolazione risulta indebitata, preceduta da Trento (36,6%) e Sondrio (39,6%).
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