Il Diritto alla Salute nella seconda serata del Premio Muricello a San Mango d’Aquino: ospiti e testimonianze dal territorio

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San Mango d'Aquino - Le eccellenze del territorio, la denuncia delle ingiustizie e del malaffare, la testimonianza di una Calabria che vive e si narra su basi nuove: questi i contenuti della seconda serata del Premio Muricello 2024, che ha incentrato la sua XII edizione sul tema importante del Diritto alla Salute. Tanti i riconoscimenti assegnati, fra ricordi, mini-talk e tanta musica, grazie alle performance di Federica Adamo e di Sandro Sottile accompagnato dai suoi giovani chitarristi. In più, l’arte di Giovanni Aiello, la cui mostra, inaugurata nei locali della Biblioteca Comunale di San Mango d’Aquino dal sindaco Gianmarco Cimino, ha aperto la kermesse.

Il primo Pegaso d’Argento è stato consegnato da Franco Arcuri ad Emilio Leo, l’imprenditore dell’omonimo storico lanificio di Soveria Mannelli, attivo da 150 anni, che ha conversato con Mara Paone di un “brand identitario” capace di innovarsi continuamente “cercando nuove strade”. “Essere in un’area interna non è svantaggioso”, spiega Leo, “basta connettere quel punto al mondo, perché è un punto del pianeta come un altro, che può giocarsela e competere con altri luoghi”. Nato a Carlopoli nel 1873, il Lanificio Leo “punta oggi non solo sulla bellezza dei manufatti artigianali ma sulla comunicazione del processo di produzione, lavorando con designer internazionali che arrivano da noi grazie a residenze d’artista, e affacciandosi sempre di più al mondo delle nuove tecnologie attraverso strumenti innovativi, come l’IA e le co-creazioni”.

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Il secondo mini-talk, condotto dalla giornalista Jessica Mastroianni, ha coinvolto lo scrittore e giornalista, direttore dell’emittente televisiva Ten, Attilio Sabato, premiato dal presidente della Pro Loco di San Mango Lorenzo Trunzo. Un’emittente storica, quella diretta da Sabato, che compie oggi 30 anni d’attività, e che non ha risparmiato servizi e inchieste proprio al mondo della Sanità, cui il giornalista dedica anche un saggio scritto a quattro mani con Arcangelo Badolati. “Abbiamo affrontato un mostro a mani nude”, spiega Sabato denunciando le carenze strutturali emerse nel periodo Covid, “e dopo 12 anni di commissariamento continuiamo a giocare con la salute delle persone, prendendoci in giro. Il nostro dovere di giornalisti è denunciare, occuparci di una sanità che è malata”. Evidenti le responsabilità della politica, che Sabato ama sottolineare con il linguaggio della letteratura, come nel suo nuovo romanzo “L’ultimo re”.

Potente il secondo momento dedicato alla Sanità, che ha avuto come protagonista il medico, scrittore e politico Santo Gioffrè, già commissario dell’Asp di Reggio Calabria, intervistato da Antonio Chieffallo e premiato dal vicesindaco di San Mango Antonio Viola. Il racconto parte con il ricordo di una frase intimidatoria, rivoltagli da uno sconosciuto in un bar di Roma, appena dopo il suo allontanamento dall’incarico di commissario, un incarico condotto con quello zelo che, in contesti di malaffare diffuso, può costare la vita. “Sulla sanità non c’era controllo a monte”, spiega Gioffrè, “Era un pozzo senza fondo dove ognuno poteva attingere, facendo ciò che voleva, a Reggio come a Cosenza. Si effettuavano transazioni false, i debiti dopo essere stati pagati non venivano normalizzati. Così mi sono messo a indagare, a ricostruire il bilancio, a seguire il percorso di ogni fattura. Mi hanno cacciato un momento prima che ci rimettessi la pelle, ma ho solo seguito la mia coscienza”.

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Un senso d’onestà necessario, che viene sottolineato anche dal giornalista lametino Guglielmo Mastroianni, partito proprio da Ten e oggi parte della scuderia di Mediaset, che racconta la sua esperienza alla collega Maria Chiara Caruso, per poi ricevere il premio dalla presidente del consiglio comunale di San Mango Olga Manfredi. “Devo molto all’esperienza con Attilio Sabato, Rosalba Baldino, Ciccio Di Napoli” racconta, “poi sono stato testardo – solo così puoi fare questo mestiere – ma anche fortunato. Oggi si parla tanto di giornalisti liberi, ma l’importante è soprattutto essere giornalisti onesti”. Il discorso sulla sanità prosegue con la testimonianza di Igor Colombo, giovane scrittore lametino che ha raccontato la sua lotta contro il cancro in un libro, “Sarà l’Aurora”, il cui ricavato è stato destinato al reparto di oncologia del “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, dove dopo 12 cicli di chemio, e grazie al lavoro di specialisti straordinari, oggi Igor è in fase di mantenimento. “All’inizio per la tosse i medici mi consigliavano caramelle al miele, trattamenti termali” spiega, “Quando sono arrivato in ospedale avevo metastasi ai polmoni, al fegato, al colon, al pancreas”. Dopo la diagnosi che lasciava poche settimane di vita, la rinascita, che a quasi un anno di distanza, reca un segno di speranza e di gratitudine, coronato dal premio consegnato da Ivano Torchia.

Una testimonianza altrettanto toccante quella di Vincenzo Carrozza, medico Nato impegnato su fronti di guerra, parte della Task Force dell’ONU impiegata anche nelle operazioni segrete più delicate. Piemontese ma di origini calabresi, Carrozza ha parlato della sua esperienza con lo scrittore Martino Ciano, ed è stato premiato dal vicepresidente dell’Associazione Muricello Andrea Torchia. “La guerra non è lontana, anche se noi in Tv la vediamo come un film: la situazione in Ucraina e nei Balcani lo dimostra”, sottolinea, “Noi abbiamo il compito di salvare più vite possibili, civili o militari, con la sola priorità dei bambini e delle donne. Purtroppo spesso non è possibile salvare tutti, l’importante per un medico è agire con coscienza facendo tutto ciò che si può fare. Mi capita di operare anche 18 o 24 ore di fila senza sosta, ma non sono l’unico: ci sono centinaia di medici che in Africa lo fanno. Se avessimo qui la guerra, e se l’Africa fosse un paese diverso, in pace, vi garantisco che anche noi saliremmo sui barconi. E se i no-vax vedessero quanti bambini muoiono lì per mancanza di vaccini avrebbero posizioni più moderate”.

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Non meno importante la testimonianza di Marisa Garofalo, sorella di Lea, testimone di giustizia uccisa barbaramente dal suo ex compagno e complici affiliati alla criminalità organizzata, “vittima di ‘ndrangheta, di femminicidio, e vittima dello Stato”, secondo le parole di Silvia Camerino, attivista e scrittrice, che ha condotto l’intervista prima della consegna del premio da parte di Emanuela Stella. Sottoposta giovanissima a un programma di protezione rivelatosi inefficace, dopo essersi ribellata al compagno e padre di sua figlia Denise, in seguito alla scoperta della sua vita criminale, Lea decide di ritornare al paese, ma in seguito viene “rapita, picchiata a sangue, torturata, strangolata con una corda, e infilata a testa in giù in un bidone di benzina dove il suo corpo brucerà per tre giorni”, racconta Marisa, la cui testimonianza insieme a quella di Denise ha prodotto quattro condanne all’ergastolo.

Fuoriprogramma il saluto a Salvatore Caccamo, imprenditore che per aver denunciato chi gli chiedeva il pizzo ha perso tutto, poi il ricordo del Maestro Peppe Orlando, scultore di San Mango, “persona semplice, discreta e riservata, di grandissimo talento”, il cui riconoscimento è stato ritirato dalla figlia Elena dalle mani commosse del sindaco Gianmarco Cimino. Un riconoscimento a una personalità affascinante quello consegnato a Thomas John Ciampa, già presidente amministrativo di Warner Bros Italia Spagna, oggi nel direttivo di Rainbow, con una storia alle spalle che parte da Amaroni, paese di mille anime vicino Squillace. Là suo padre nasce nel 1924, e dopo essersi laureato in Medicina a Bari, parte per gli USA per raggiungere i fratelli emigrati, cominciando lì una brillante carriera di cardiochirurgo. “Avevamo una villa nel New Jersey, a un’ora da New York, con piscina e yacht privato, ma mio padre aveva nostalgia della Calabria, e ad un tratto ha voluto trasferirsi a Catanzaro”, racconta. Una vita rocambolesca, che dopo una laurea in Giurisprudenza e un Master negli Stati Uniti, lo porta magicamente ai vertici della Warner. Dopo il dialogo con Ugo Floro, il premio viene consegnato dal presidente della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande, che offre la sua disponibilità per collaborazioni future.

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La kermesse si chiude con la testimonianza di Antonio Ditto, direttore del reparto di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Tumori di Milano, intervistato da Annalisa Spinelli, medico igienista e assessore alla Cultura del Comune di Lamezia Terme, e premiato da Antonietta Cozza, assessore alla Cultura di Cosenza. “Oggi la Medicina di precisione ha fatto grandi passi avanti che danno speranza ai pazienti, e grazie alla prevenzione la mortalità per tumori come quello al collo dell’utero si è ridotta del 90%”, sottolinea. “La mia esperienza di calabrese a Milano è stata resa possibile anche dalla scelta della mia famiglia di trasferirsi con me, decisiva per la mia carriera. Spero che la mia testimonianza possa essere un’ispirazione per i giovani, un invito a credere nei propri sogni, a perseguirli con sacrificio e dedizione”. La manifestazione si conclude con l’annuncio di Nella Fragale, titolare della casa editrice Grafiché Editore, della nascita della nuova Collana Muricello, nella quale saranno accolte pubblicazioni di autori del territorio proposti dall’associazione che anima il Premio. “Quelle ascoltate stasera sono storie che danno coraggio di proiettarci nel futuro” conclude il sindaco di San Mango Gianmarco Cimino, “provando a raccontare una Calabria diversa. Ed è grazie a voi questa sera che attraverso questo Premio abbiamo scritto un nuovo piccolo pezzo di racconto”.

Giulia De Sensi

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