Lamezia, 25esimo anniversario dall’Ordinazione di don Leonardo Diaco: “Preghiamo per le vocazioni”

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Lamezia Terme - Una Santa Maria Maggiore gremita di fedeli per la messa che celebra i 25 anni di sacerdozio di don Leonardo Diaco, il suo parroco, che condivide questa ricorrenza lieta con altri 24 consacrati della città, sacerdoti e diaconi. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Monsignor Parisi, in visita per la prima volta dal suo insediamento in una delle chiese più antiche della città. “Grazie per essere venuto nella nostra Casa”, ha esordito infatti suor Emerenziana, portavoce dell’intera comunità parrocchiale, che prima di rivolgersi direttamente al festeggiato ha voluto accogliere degnamente il vescovo, in un clima di grande familiarità.

omelia-lamezia-291022-_1f2c9.jpgUn concetto ripreso da Monsignor Parisi nell’omelia, coniugandola alla riconoscenza per essere “scelti e chiamati da Dio” e di “condividere con il Signore un rapporto non solo di familiarità, ma di consanguineità”. Ricollegandosi al passo della chiamata dei dodici nel Vangelo di Luca, Parisi sottolinea la simbologia della montagna dove Cristo si ritira a pregare, identificandola come “luogo di contatto fra la Terra e i Cielo, fra il Creato e il suo Creatore, fra l’uomo e Dio”. Non per niente precede il ritiro sul monte precede la chiamata degli Apostoli. “Dio ci chiama sempre attraverso Cristo”, continua Parisi, “ed è sempre Lui a fare il primo passo. Per rispondere serve non solo il silenzio, ma anche l’ascolto. Ciò opera in noi una trasformazione: ed è l’invio, la missione, l’apostolato. Siamo liberi di scegliere, ma il Signore ci dà la possibilità di diventare “non ospiti e neppure stranieri, ma concittadini dei Santi e familiari di Dio”, suoi consanguinei, appunto”. Forte l’augurio a don Leonardo, sia da parte del vescovo che della comunità, espresso anche attraverso il dono di una targa ricordo. “Volevano farmi un regalo vero e proprio”, ammette don Leonardo, “ma tutto ciò che è stato raccolto sarà devoluto al seminario, per sostenere chi ha scelto di intraprendere la mia stessa strada. Pregare per le vocazioni oggi è importante”. Segue un excursus di ciò che è stato prima e dopo l’aver intrapreso quella strada, perché “accanto al banchetto della Parola c’è anche il banchetto della vita”: i periodi a Zangarona, Fronti, il Seminario, Curinga, “l’entusiasmo iniziale che ci vuole, ma che non serve se non giunge a maturazione”. E la maturazione arriva appunto a Santa Maria Maggiore, dove “il conto resta aperto, perché quando c’è gratitudine funziona così. Certo, nel banchetto della vita non sono mancati i momenti di prova” conclude il parroco in riferimento ad una perdita familiare recente, “ma desidero che il banchetto continui come il Signore vorrà, perché Lui non fa mai mancare cibi succulenti e vini raffinati alla sua mensa”.

Giulia De Sensi

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