Lamezia Terme – Nasce il progetto “La Terra Cura”, cinque laboratori di fattoria sociale dedicati all’intreccio dei cesti tipici lametini. “Nasce circa 11.000 anni fa – spiegano gli organizzatori - prima della tessitura e della ceramica. Probabilmente l’uomo imparò a intrecciare ispirato dalla natura, dalla fitta boscaglia, dalle tane degli animali, dai nidi. Il cesto era il contenitore del passato, la busta della spesa, la borsa di un tempo, la culla dei neonati.A seconda dell’aera geografica venivano utilizzati diversi materiali vegetali, solitamente quelli più presenti. Anche le tecniche variavano di zona in zona. Il nostro cestino, quello lametino, era fatto di canne e salice. Il suo fondo è detto “siattu ara nicastrisi” e, come dimostrano alcuni scavi archeologici, proprio la tecnica del nostro cesto è la più simile a quella degli antichi cesti romani. Andando al fiume, per lavare i panni, per curare gli orti, per pascolare gli animali, lunghe le sponde i grandi insegnavano ai più piccoli come creare un cesto da riempire coi prodotti della terra: pane, uova, olive, pomodori. “Cala u panaru” era l’espressione utilizzata sotto ai balconi quando si portava qualcosa. Prontamente le signore scendevano i cestini legati alle corde per farseli riempire”.
“Si intrecciavano – aggiungono gli organizzatori - anche essiccatoi di canne (“i cannizzola”) per seccare al sole, ad esempio, fichi e pomodori per poterli conservare, coprifiaschi per acqua, olio e vino. Tutto era resistente ma biodegradabile. Alcuni cestini sono davvero dei piccoli capolavori d’artigianato. Vogliamo riscoprire assieme quest’arte. Non perderla, rinnovarla perché tesoro dei nostri nonni. Perché le tradizioni sono importanti e occorre preservare, valorizzare, difendere il patrimonio locale. Vogliamo imparare questo linguaggio ancestrale, riprendendone non solo il lato artigianale ma anche il lato sociale, imparando ad intrecciare le mani si incontrano, si creano legami, s’intrecciano storie e vissuti. Si ritorna all’essenzialità della natura e intrecciare può avere anche potere antidepressivo, stimola la memoria, allena la motricità fine e la capacità d’attenzione, sviluppa e mobilita la creatività”.
“Attraverso la tecnica dell’intreccio – proseguono - gli elementi divengono flessibili e sono portati a collaborare: l’insieme assume proprietà e prestazioni impensabili rispetto al materiale di partenza. In natura, ad esempio per uccelli e roditori, è proprio l’irregolarità dei rami che favorisce l’aggrovigliamento, l’interconnessione degli elementi, l’aggregazione, il consolidamento che crea un insieme solidale. A partire dal 6 ottobre l’Associazione Comunità di Volontariato SS. Pietro e Paolo di Lamezia Terme, nell’ambito del progetto ‘La Terra Cura’, finanziato con il fondo “per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza locale ai sensi degli art. 72 e 73 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n.117” realizzerà cinque laboratori di fattoria sociale in collaborazione con l’azienda agricola, fattoria didattica e sociale Apicoltura Miceli di Lamezia Terme”.
“I laboratori, dal titolo ‘Intrecciando’ - concludono - saranno dedicati all’apprendimento per la realizzazione del cestino lametino e si terranno presso la stessa Apicoltura Miceli, sede in via Dario Leone 13. Gli unici requisiti per partecipare sono: amore per la Natura e voglia d’imparare da Lei. È prevista una partecipazione a numero chiuso di massimo 15 persone gli interessati potranno inviare una mail di prenotazione, entro Il 3 ottobre 2023 all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Effettuata la selezione dei partecipanti l’associazione provvederà a inviare modellino d’iscrizione e programma di massima delle giornate”.
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