Lamezia Terme - Intelligenza artificiale e famiglia con al centro sempre l’Uomo. Questi i temi su cui la Chiesa lametina ha riflettuto e si è confrontata nella due giorni dell’Assemblea diocesana con la quale è stato dato ufficialmente il via al nuovo Anno Pastorale. “La linea conduttrice di queste due giornate – ha detto al riguardo il Vescovo, monsignor Serafino Parisi -, come del resto un po' l'impostazione di tutto l'anno pastorale, è quello dello sguardo e dell’attenzione all'uomo, all’humanum”. Secondo monsignor Parisi, infatti, attualmente “il grande problema è quello dell’idea, della visione di uomo che oggi sta passando e che noi stiamo in un certo senso anche trasmettendo agli altri per cui dobbiamo recuperare le componenti dell’humanum”. Ed in questo contesto, diventa importante non perdere di vista che, mentre da un lato l’intelligenza artificiale, che il Vescovo definisce “una grande sfida”, aggiunge qualcosa alla nostra quotidianità, agevolandoci, dall’altra rischia di privarci della nostra “creatività, del pensiero, della generatività delle idee, della interpersonalità che, chiaramente, da una macchina non si può attendere”.
L’altro aspetto su cui la Chiesa lametina insisterà quest’anno sarà quello della “famiglia in tutte le sue componenti, intrafamiliari ed interfamiliari – ha proseguito monsignor Parisi -, ma anche intragenerazionali e intergenerazionali. Quindi, dobbiamo cercare di lavorare sulle relazioni e sul recupero, che possiamo e dobbiamo operare, proprio per il passaggio di una tradizione, di un patrimonio tradizionale che ci appartiene e del quale, anche se con sguardo critico, siamo anche fieri orgogliosi e dobbiamo comunicarlo agli altri”.
Un momento di riflessione comunitaria che, come ricordato da don Leonardo Diaco, vicario episcopale per la Pastorale, è frutto di “un discernimento unitario fatto nella due giorni di programmazione prima dell’inizio dell’estate, ormai diventata un'abitudine bella per la Diocesi. Un incontro allargato tra il consiglio presbiterale, il consiglio pastorale, la Consulta dei laici ed i direttori con cui abbiamo focalizzato il metodo che è quello dell'assemblea, il ritrovarsi insieme come sollecita Papa Leone che insiste molto sul lavorare insieme, e farlo ritrovandoci come assemblea riunita attorno al Pastore nello Spirito. Sui temi bisognava fare una scelta e la scelta è caduta da un lato sulla centralità della famiglia, soprattutto sulle disabilità nella famiglia che saranno i punti focali di quest'anno, e dall'altro sulle sfide dell'oggi, sulle provocazioni che vengono dalla storia e dal mondo e su cui la Chiesa deve essere a servizio, in ascolto, in dialogo per raccoglierle, ma per essere anche all'altezza di indirizzarle ed orientarle nel modo giusto. Anche se possono sembrare due temi lontani, in realtà, proprio perché l’intelligenza artificiale ha bisogno di essere inserita in un discorso pienamente umano, della persona, la famiglia diventa il luogo di relazioni che devono essere adulte mature che aiutano alla responsabilità e alle scelte vere autentiche nella vita”.
A parlare di “Intelligenza artificiale e centralità della persona” nella prima giornata di incontro, è stato invitato Antonio Spagnolo, docente di Bioetica presso l’Università Cattolica di Roma, che ha evidenziato che “nell’essere umano l’intelligenza riguarda l’intera persona nella sua unità e profondità. Al contrario, nel caso dell’intelligenza artificiale, essa è intesa in senso puramente funzionale, come la possibilità di tradurre i processi mentali in sequenze digitali che le macchine possono riprodurre. L’intelligenza artificiale ha sofisticate capacità di eseguire i compiti ma non quello di pensare ed è il frutto dell'attività dell’uomo, derivata direttamente dall'intelligenza umana e, quindi, contempla tutto quello che il lavoro dell'uomo può determinare come qualsiasi altro strumento. Siamo nell'ambito del rapporto tra l'uomo e la tecnologia, tra l'intelligenza umana e l’intelligenza artificiale che papa Francesco definiva fantastica e terribile perché può fare tantissime cose, ma è terribile quando sfugge al controllo, quando non viene utilizzata in modo buono. Oggi dobbiamo dire anche che la Chiesa, con papa Francesco, è stata tra i primi a porre l’attenzione sugli aspetti etici. L’aspetto positivo di poter avere a disposizione uno strumento che può diminuire la fatica dell’uomo, che può accelerare il lavoro dell’uomo, che può realizzare qualcosa che l’uomo, al di fuori dell’intelligenza artificiale, farebbe in molto tempo a disposizione, deve essere commisurato con linee guida per evitare che venga utilizzata malamente”.
"Dalla coppia alla famiglia attraverso relazioni solide e generatrici", invece, è stato il tema della seconda giornata la cui riflessione è stata affidata ad Emilia Palladino, docente presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana in Roma secondo la quale ciò di cui “oggi si deve parlare è come si sta insieme perché sembra essere la difficoltà più grande: lo stare insieme di un uomo di una donna non è all'interno di parametri stabiliti in modo preconcetto. La famiglia non è una scatola che funziona sempre per tutti ma dentro a volte ci sono frizioni, problematiche, conflitti che non si vedono perché sono nascosti dalla scatola, ma ci sono. Il desiderio di fare famiglia, come dicono le statistiche dell'Istat, esiste. Tuttavia non ci sono i presupposti per farle sia pratici come potrebbero essere quelli economici sia personali, come potrebbero essere quelli psicologici e quelli anche di capacità di stare insieme. Quindi, quello che credo meriti attenzione sono il modo e la capacità di stare insieme oggi. Quali sono le strategie, i punti nevralgici, le difficoltà. Fra queste, per esempio, all'interno delle coppie c'è la questione dei ruoli di genere particolarmente rigidi e prefissati: l'uomo deve essere in un modo e deve avere un certo comportamento, in quanto marito e padre; la donna deve essere in un modo ed avere un certo comportamento in quanto donna e madre”. Tutto questo incide “sull'andamento della relazione molto più di quanto non inciderebbe se invece ci fosse la capacità di stare insieme per quello che si è: un uomo e una donna che si sono amati e si amano senza rigidità”.
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