Lamezia Terme – “Stop al massacro”, “L'indifferenza uccide” sono le scritte sui cartelloni degli studenti scesi sull’isola pedonale, questa mattina, nell’ambito della manifestazione della Cgil. I sindacati parlano di una “partecipazione attiva su ciò che accade e succede nel mondo e quindi non restiamo inermi riguardo questo massacro”. Anche da Lamezia parte un forte messaggio di solidarietà e vicinanza". Anche l’area centrale della Calabria protagonista della giornata di mobilitazione nazionale indetta per lo sciopero generale in difesa della Flotilla per Gaza.
La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia è presente con presidi e manifestazioni a sostegno dei valori di giustizia e solidarietà internazionale, dando voce a lavoratori, studenti, cittadini e alle realtà sociali che intendono testimoniare l’urgenza di una presa di posizione chiara a favore della pace e contro ogni forma di violenza e sopraffazione. "È genocidio – gridano gli studenti - quando impedisci a un popolo di non avere un futuro, di studiare e di andare a scuola. In Palestina le scuole non ci sono più” e, poi, strali contro il Governo italiano da parte di studenti e sindacati".
A Lamezia, quindi, concentramento, questa mattina, sull’isola pedonale di corso Nicotera. Momenti di mobilitazione si stanno svolgendo anche a Catanzaro in Piazza Matteotti, a Crotone Piazza della Resistenza, Vibo Valentia Corso Vittorio Emanuele.
Siamo nelle piazze “per far sentire forte la nostra voce a sostegno della pace, della solidarietà internazionale e dei diritti di chi soffre – afferma il segretario generale Enzo Scalese –. Per l’Area vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, questa mobilitazione assume un valore doppiamente importante: da un lato, perché testimonia che il nostro territorio non resta indifferente alle tragedie che si consumano oltre confine; dall’altro, perché è momento di unità e coesione dei lavoratori, dei cittadini e delle realtà sociali che affrontano condizioni difficili anche sul piano locale. Vogliamo essere presenti, visibili e determinati, affinché si sappia che qui – dove le fragilità sociali sono molte – si sta con chi soffre, non con chi costruisce muri o alimenta violenze. In ciascuna tappa, affidiamo a ciascun partecipante il compito di trasformare la piazza in un luogo di ascolto, incontro e partecipazione, per contribuire a far crescere la cultura della pace nel nostro territorio e oltre”.
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