Lamezia Terme - Oltre tre settimane per avere un decreto di gravidanza a rischio. È quanto denuncia una donna residente a Gizzeria e che lavora come funzionaria in città. La 42enne, incinta al settimo mese, ha avviato le pratiche per ottenere la gravidanza a rischio in quanto presenta diverse patologie come il diabete e problemi di pressione. I sanitari le hanno, infatti, consigliato il riposo già da 60 giorni per non incorrere in problemi più seri per lei e il piccolo che porta in grembo. Così, la donna, si è recata ormai oltre tre settimane fa, presso il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spisal), situato al quarto piano del vecchio ospedale di Lamezia che vede tra le attività sanitarie anche quella della tutela delle lavoratrici madri.
Un ambulatorio che accoglie lavoratrici madri o in gravidanza della città e del circondario sul quale già lo scorso anno la Federazione del Sociale USB aveva posto l'attenzione chiedendo di potenziare il servizio dell’ambulatorio delle lavoratrici madri di Lamezia in merito alla notevole carenza di personale. La donna - racconta - ha compilato tutta la documentazione e dopo qualche giorno è ritornata per ritirare il decreto che però non era pronto: “mi stanno facendo ritornare per tre martedì. Stamattina ritorno per l’ennesima volta e del decreto ancora nessuna traccia in quanto mancava la firma”. Per un certificato, denuncia: “dove i tempi previsti erano di una settimana ne sono passate tre. Non è giusto e questa situazione non può passere inosservata, non solo per me ma anche per tante lavoratrici madri nelle stesse condizioni”.
Prima, precisa: “Mancava nel certificato la residenza e mi hanno fatta ritornare, avevo comunque lasciato la carta di identità da dove si poteva evincere, oggi ritorno e mancava la firma. È inconcepibile. Tre settimane avere il decreto di gravidanza a rischio”. Inutile anche nominare mail o pec, la donna si è sentita rispondere: “Questa è la procedura”. Così, nonostante dovrebbe stare a riposo per la sua salute e quella del bimbo, da Gizzeria dovrà recarsi nuovamente a Lamezia per ritirare il documento, si spera nella prossima settimana dal momento che l’ambulatorio è aperto solo due giorni su sette “parliamo di diritti di maternità e delle mamme in un posto che dovrebbe tutelarle” conclude amareggiata pensando a come dovrà ora giustificarsi sul posto di lavoro per le sue assenze non avendo ad oggi il decreto per dimostrare la maternità a rischio.
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