Lamezia, grido di allarme di un imprenditore turistico: “Golfo di Sant’Eufemia malato, servono risposte ora”

mare-lamezia-2024-05-15-alle-08.50.14_16686_a8eeb_a2a40.jpg

Lamezia Terme – Un ingegnere e imprenditore turistico affida ad una lettera aperta tutta la sua preoccupazione sulle condizioni del mare del Golfo di Sant’Eufemia lanciando un vero e proprio grido d’allarme.

“Scrivo non solo da imprenditore turistico, ahimè attivo nel settore da oltre 30 anni, ma anche da tecnico, da ingegnere che da anni studia e osserva la Piana e il Golfo di Sant’Eufemia. Il nostro mare è malato! Non è un’esagerazione: lo stato delle acque marine dimostra che l’ecosistema costiero vive una condizione di sofferenza cronica, che d’estate diventa visibile a tutti con la comparsa del cosiddetto “mare verde”. Non solo un problema estetico Molti pensano che l’acqua verde sia solo un problema d’immagine per il turismo. Non è così. L’eutrofizzazione è il segnale di un ecosistema in squilibrio: la proliferazione di alghe e fitoplancton sottrae ossigeno alle acque, altera gli habitat marini, riduce la biodiversità e può rilasciare tossine pericolose per la salute umana. Significa che non è in gioco solo il futuro del turismo balneare, ma anche la qualità della vita e della salute dei cittadini.”

“Il colore verde del mare – sottolinea - compare soprattutto d’estate, quando le condizioni meteomarine (calma di vento, alte temperature, forte insolazione) favoriscono l’esplosione algale. Ma il problema non nasce allora: il carico di nitrati è presente tutto l’anno. L’inquinamento da fertilizzanti agricoli, reflui industriali e scarichi civili si accumula nella falda superficiale e nei canali di bonifica, pronto a manifestarsi appena le condizioni lo consentono. Le cause sono note – precisa - Agricoltura intensiva: fragole, cipolla rossa, agrumi e florovivaismo fanno largo uso di fertilizzanti azotati in un terreno sabbioso con falda a pochi metri. I nitrati non restano disponibili alle piante ma finiscono in falda e canali. Industria ex-SIR: gli impianti di trattamento reflui, privi di denitrificazione adeguata, convogliano scarichi nei canali che sfociano in mare. Abitazioni non collettate: fosse Imhoff e vasche a tenuta spesso scaricano indirettamente in falda. Serve un piano integrato che guardi al medio-lungo periodo: Agricoltura: fertirrigazione calibrata, riduzione dei surplus di azoto, rotazioni colturali, fasce vegetali di protezione lungo i canali”.

E prosegue “Industria: adeguamento obbligatorio degli impianti con linee di denitrificazione e controlli trasparenti. - Civili e turistici: collettamento progressivo alle fognature o retrofit degli impianti esistenti con comparti anossici e post-denitrificazione. Governance: una task force permanente Regione–ARPACAL–Comuni–Procure con dati pubblici e accessibili”. “Nell’attesa degli interventi strutturali, bisogna adottare misure tampone per salvare la stagione turistica e ridurre i danni: Sistemi di miscelazione e ricircolo delle acque costiere per limitare la stagnazione. Barriere filtranti vegetali nei canali per ridurre l’apporto diretto di nutrienti. - Maggiori controlli e sanzioni sugli scarichi abusivi. Comunicazione trasparente: informare cittadini e turisti sugli interventi in corso”.

“Il 5 e 6 ottobre la Calabria eleggerà Presidente e Consiglio regionale. È il momento che i candidati spieghino chiaramente cosa intendono fare per l’ambiente e, in particolare, per il Golfo di Sant’Eufemia. Non servono slogan generici, ma impegni concreti e verificabili su agricoltura sostenibile, depurazione, monitoraggi e risanamento del mare. Il nostro mare è un bene comune, una risorsa strategica. Se lo perdiamo, lo perdiamo per sempre. Non possiamo più permetterci di aspettare. Cordiali saluti, Maurizio Fiumara Ingegnere e imprenditore turistico”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA