Lamezia, il dramma dei suicidi in carcere: anche in città iniziativa della Camera penale

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Lamezia Terme - “L'iniziativa di oggi è finalizzata alla sensibilizzazione di un problema che sta diventando enorme. Dall'inizio dell’anno siamo già a 38 suicidi, quindi il contatore dei suicidi aumenta in maniera incontrovertibile c'è una tendenza pazzesca su un problema che la politica purtroppo non vuole prendere di petto perché ce ne sono tanti drammi in Italia dai migranti alla questione carceraria e quant'altro e però non è che carcerati, detenuti debbano essere considerati la pattumiera”. Così, il presidente della Camera penale di Lamezia Terme, Renzo Andricciola. L’iniziativa fa parte di una “maratona oratoria”, che si tiene in questi giorni in tutta Italia alla quale hanno aderito 111 Camere penali in tutta Italia. “L'articolo 27 della Costituzione - ha aggiunto Andricciola - è chiaro sul punto reinserimento sociale, trattamento umano della pena e quindi proprio su questo noi intendiamo assolutissimamente sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica in primis perché la politica è sorda a queste problematiche”.

Ma in Calabria com'è la situazione carceraria? “In Calabria c'è sempre comunque un problema di sovraffollamento su Catanzaro, sul Reggio, su Cosenza, insomma su tutti gli istituti penitenziari perché è un problema diffuso, è un problema nazionale rispetto ai 47mila posti per detenuti ce ne sono 60mila in tutti le carceri militari quindi capiamo bene che la problematica in Calabria non è esente, anzi in Calabria, come dire, è una delle regioni maggiormente colpita da questa problematica. Credo che il problema sia la costruzione delle carceri piuttosto che altre misure che il governo deve farsi carico di prendere in considerazione”.

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Manca dunque proprio quella che è la peculiarità che dovrebbe essere degli istituti di pena, cioè la rieducazione! “Assolutissimamente sì, il problema è a 360 gradi, questo non è solo un problema dei detenuti, è il problema degli agenti di polizia penitenziaria, è il problema di chi opera nelle carceri. Sono sotto organico anche loro, quindi non ci sono psicologi, non ci sono medici, non ci sono assistenti sociali, il personale di polizia penitenziaria e allora ecco abbiamo da una parte il sovraffollamento carcerario dall’altra parte abbiamo il sotto organico e quindi ecco è tutto un sistema che va rivisto altrimenti non se ne esce. Ora siamo a un suicidio ogni tre giorni rischiamo di arrivare a un suicidio ogni due giorni perché il carcere non si deve andare con l'idea che in carcere c'è solo il mafioso, quello che è abituato a fare il carcere. C'è gente debole, ci sono tossicodipendenti, ci sono malati psichiatrici, insomma c'è di tutto nelle carceri”. Alla manifestazione hanno preso parte anche Associazioni che operano nel sociale. E poi, il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Nicotera che ha parlato di “un tema particolare e importante; dovremmo chiarirci se il carcere, la detenzione va ad adempiere a quelli che sono i compiti della Costituzione, se ci restituiscono dei cittadini che possono essere reinseriti nella società. Non avviene così - ha aggiunto Nicotera - i dati dei sudici sono tantissimi e allarmanti; rispetto all’esterno i suicidi in carcere sono 18 volte in più di quelli che avvengono appunto in Italia all’esterno. In 32 anni si sono suicidati 1754 detenuti e i malati che sono morti poi in carcere, per malattie, overdose, omicidi sono altre 2912. In 32 anni quindi abbiamo avuto quasi cinquemila morti. Così come i suicidi fra gli agenti della Polizia penitenziaria. La domanda che oggi ci poniamo - ha concluso Nicotera - è che il carcere deve veramente essere utile per esperire la pena, ma anche utile affinché quando si esce dal carcere si possa essere cittadini integrati nella società”. All’iniziativa hanno presenziato tra gli altri anche, il presidente del Tribunale, Giovanni Garofalo, il deputato Domenico Furgiuele, don Giacomo Panizza della Progetto sud. Da tutti gli interventi l’appello accordato all’impegno da parte delle istituzioni per “risolvere il problema del sovraffollamento e per far sì che la detenzione non abbia solo risvolti punitivi, ma anche di reinserimento nella vita sociale”.

A. C.

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