Lamezia, incontro su Borgo antico: strali del centrosinistra su modalità convenzione

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Lamezia Terme - La realizzazione del "Borgo antico" della Icom dell'imprenditore catanzarese, Floriano Noto è stata al centro della discussione durante un incontro pubblico dal titolo "Borgo Antico e cittadella dello sport: quale visione per il futuro di Lamezia?". "Borgo antico" che è un "Retail Entertainment center regionale", ovvero un investimento commerciale con diverse attività.

Un tema in vero assai complesso basato sulle ventennali controversie di una vicenda che nelle scorse settimane ha comunque visto la sua conclusione con la firma della Convenzione tra Comune e Icom e, di fatto, con il via libera ai lavori che comprendono anche l'investimento di oltre un milione da parte dell'imprenditore Noto finalizzati ad opere di urbanizzazione, alla realizzazione della strada di collegamento con il nuovo palasport e alla realizzazione di parcheggi. Premessa necessaria, questa, per evidenziare lo stato dell'arte aggiungendo pure che l'Icom ha vinto numerosi ricorsi (tranne quello relativo al risarcimento milionario chiesto al Comune di Lamezia) per una vicenda che si protraeva fin dal lontano 2002. In quell'area, sorgono anche due strutture sportive, stadio provinciale "Carlei" e appunto nuovo palazzetto dello sport. Da qui, la base della discussione pubblica con tesi contrarie alla decisione della Giunta comunale che "non ha coinvolto il Consiglio comunale prima della firma della Convenzione". Rosario Piccioni, consigliere comunale di Lamezia Bene Comune, ha fatto un excursus della vicenda, parlando di un'area di "oltre 100.000 metri quadrati, in totale, e compreso tutti i parcheggi, si arriva a 140.000 metri quadrati, di cui 16.857 metri quadrati per grandi strutture di vendita, 14.329 metri quadrati per medie strutture di vendita, 9.000 metri quadrati per esercizi commerciali al dettaglio", affermando che "il borgo viene ridotto ad una parte residuale". "Si prevedono anche 4.000 metri quadrati di attività para commerciali e di servizi o similari, uffici aperti al pubblico, uffici privati, studi medici e studi professionali. Io - ha aggiunto - ho presentato un emendamento dicendo, è stata fatta questa scelta, ovviamente consapevole che io in Consiglio comunale valgo uno, quindi non è che potevo fare il miracolo. Però dico, è stata fatta questa scelta dell'amministrazione. Fotografiamo e stabilizziamo ad oggi che ci sono queste destinazioni d'uso. Perché la cosa che temo io, cosa che è stata approfondita anche con l'assessore Stella, con il dirigente Molinaro, nelle commissioni e in Consiglio comunale, è che all'interno di questi 40.000 metri quadrati che ci sono oggi di superficie, proprio disponibile tra impianti commerciali, uffici e via dicendo, poi un domani il proprietario, quindi la Icom o anche l'eventuale acquirente, perché è prevista anche la possibilità di cedere a qualcun altro appunto l'area e quindi anche il permesso di costruire, possa realizzare, sempre nel rispetto delle norme ovviamente, altro. Quindi qual è il timore? Che ipoteticamente si potrebbe invertire l'aspetto commerciale che c'è oggi rispetto a quello immobiliare a favore dell'immobiliare, quindi pensate a un futuro in cui si fanno appunto le richieste e l'area diventa soprattutto immobiliare, in quel caso non ci sarebbero né posti di lavoro se non solo nella fase della costruzione, ma non quell'indotto di cui si parla oggi. Rispetto a questa mia richiesta di bloccare queste destinazioni in uso, il Consiglio comunale ha bocciato questo emendamento. Così come ha bocciato l'emendamento che avevo preparato per quanto riguarda il verde attrezzato".

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Al confronto pubblico hanno preso parte Angelo Curcio, segretario Giovani dem di Lamezia, Giuseppe Valentino, segretario della Filcams Cgil Calabria, Lidia Vescio, portavoce democratiche. Tutti hanno dichiarato la non contrarietà alla realizzazione del Borgo antico, ma hanno stigmatizzato il mancato coinvolgimento da parte dell'amministrazione comunale come principio di "mancanza di democrazia e di confronto con la cittadinanza e le organizzazioni di categoria".

Per Curcio, il "modus operandi del sindaco non è stato chiaro e comunque bisogna pensare a progetti che portano posti di lavoro e non far morire il commercio in centro città". "Nessuno di noi è contrario - ha ribadito la Vescio - perché quando un imprenditore investe è un fatto positivo, ma bisognava e bisogna ascoltare le istanze dei cittadini". Anche dal sindacalista Valentino, strali contro il primo cittadino. "Avevo chiesto un confronto con lui. Il sindaco mi risponde ‘ti richiamo’ gli spiego per telefono le questioni, mi dice ‘protocollami una richiesta’, questo il 22 maggio 2024. Alla richiesta protocollata mando un messaggio, gliela mando per le vie brevi su Whatsapp e gli dico ‘mi raccomando, aspetto la data’, mutismo totale. Il sindaco diventa muto, dopodiché io faccio un comunicato stampa a giugno per sollecitare. E lì, insomma, diventa proprio tombale. Il tema - ha proseguito Valentino - è a chi risponde un'amministrazione comunale? Ai cittadini? Alla rappresentanza sociale? Anche quella degli imprenditori? O alle private stanze? Perché mi pare, nella ricostruzione anche di Rosario, che questa città avrebbe potuto scegliere altri luoghi dove insediare il progetto Borgo antico, che non disturbavano di meno le attività commerciali".

Un confronto vivace fino a tarda serata, con l'intervento, tra gli altri, anche dell'assessore comunale, Francesco Stella che ha ribadito le scelte del Comune, non tanto dal punto di vista tecnico, quando procedurale in seguito agli effetti derivanti dalle sentenze emesse nel corso degli anni. "Intervengo non su tutto”, ha esordito l'assessore. “È stata fatta una descrizione, legittima – ha aggiunto - o meglio una narrazione di chi in questo momento, anche nella prossima scadenza elettorale, si propone per guidare la città, ed è giusto che la racconti nel modo come crede. Io ovviamente questa sera non posso intervenire su tutti gli elementi, perché sono elementi di natura globale. Ma su 2-3 aspetti in particolare. Il primo, una considerazione banale, se una storia è di 20 anni, la cosa più semplice è che le responsabilità evidentemente appartengono a più soggetti. È una questione semplice, banale, però è un primo dato. L'altro dato - ha evidenziato - esiste una delibera, una sentenza passata in giudicato che obbliga il Comune di Lamezia Terme a rilasciare un permesso di costruire la Icom? È un fatto. Da qui dobbiamo partire. A valle della sentenza si poteva fare qualcosa per impedire l'applicazione di una sentenza? Di questo dobbiamo vedere se si poteva fare o no? Io ritengo che non c'erano margini, ma non lo dico io che conto pochissimo. Su questo lo dicono anche autorevoli giuristi che non si poteva fare niente perché, scampato il pericolo del risarcimento, il Comune viene obbligato a rilasciare il permesso di costruire. Il Psc che c'entra? Poteva cambiare le sorti di una sentenza il Psc? Evidentemente non poteva cambiare la sentenza, tant'è che lo stesso progettista Crocioni, nell'articolo 14 del Reu riporta una serie di interventi che indipendentemente dal Psc devono essere applicati perché sono stati obbligati da sentenze e ce ne sono più di uno lì dentro".

Stella ha quindi accennato alla Convenzione e al rischio che possa essere realizzato altro.  "Si possono fare palazzi? Non si possono fare, perché la destinazione è congelata. Solo attività produttive e commerciale come il Piano regolatore individuava".

Quanto inciderà il dibattito sulla realizzazione del Borgo antico, non è dato sapere. Di certo, ad oggi, la realtà parla di un progetto che ormai si realizzerà.

A. C.

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