Lamezia, incontro sui rischi dell'Autonomia differenziata. Marisa Fagà: "Il Decreto Calderoli è inquietante"

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Lamezia Terme - Di Autonomia differenziata e conseguenze "nefaste" per il Sud si è parlato in un convegno organizzato dall’Ande, l’Associazione nazionale donne elettrici che si è svolto al Chiostro San Domenico di Lamezia. “Luci e ombre dell’Autonomia differenziata”, questo il titolo dell'iniziativa che "coincide - si è detto - con la fase cruciale e conclusiva dell’iter parlamentare del cosiddetto “disegno di legge Calderoli”. A moderare l’incontro Silvia Gulisano. In apertura, la relazione della presidente presidente della sezione Ande di Lamezia, Mariannina Scaramuzzino che ha messo in evidenza come il tema dell'autonomia differenziata si pone in un contesto di "giustizia sociale e verità", parlando del “venir meno dei principi dell'articolo 3 della Costituzione, quello cardine su cui si fonda l'intera Carta e quindi sull'uguaglianza e sulle pari condizioni sociali di tutti i cittadini". In questo modo "il Mezzogiorno non è tutelato, perché mancano gli stessi standard di prestazioni e servizi. Sanità, scuole, strade tutto ciò che serve ad una regione soprattutto al Sud per essere al pari delle altre".

Atteso, l'intervento della presidente nazionale dell’Ande, Marisa Fagà. "Sono diversi anni - ha evidenziato - che dibattiamo questo tema che per noi è fondamentale per il riequilibrio del Paese. La Questione meridionale è sempre appesa, con la Calabria in una situazione socio-economica critica. In questo contesto sopraggiunge questa Autonomia differenziata che sostiene di voler riequilibrare il Paese, di abbattere tutte le diseguaglianze che però nei fatti accresce. Crea dei piccoli Stati - ha aggiunto la Fagà - e noi abbiamo verificato negli anni che mentre un tempo alcune competenze che erano accentrate nello Stato centrale erano rispondenti alle esigenze e ai bisogni del cittadino, il regionalismo non ha risolto il problema della crescita. Regionalismo ha significato, clientele, sprechi e il Mezzogiorno invece di risorgere è sprofondato".

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Quali rischi per la Calabria e il Sud dal Decreto Calderoli? "Questo decreto - ha tuonato la Fagà - è inquietante. Si creeranno degli stati forti e degli stati ancora deboli all'interno del Paese. Quindi, il valore dell'unità d'Italia è a rischio. Questo decreto confligge anche con il premierato perché il Governo vuole più potere accentrandolo e togliendolo al Parlamento. Le Regioni vogliono liberarsi dal centro, dal Governo appunto, per avere più potere e vogliono addirittura legiferare su tante competenze. Noi come Associazione stiamo cercando di allertare la cittadinanza, renderla consapevole, sensibilizzare le persone e le istituzioni e creare un po' di fermento culturale perché questo decreto non avanzi. C'è un rischio anche - ha sottolineato altresì la Fagà - dal punto di vista democratico perché il Paese si divide. La prova sono le parole del Presidente Matterella quando è venuto l'altro giorno in Calabria. Si è rotto l'ascensore sociale, ha detto il Capo dello Stato, così come sono importanti anche gli appelli del Papa. La povertà, soprattutto qui in Calabria, sta aumentando e cresce anche la povertà educativa. Insomma, siamo in una situazione molto inquietante".  Hanno portato il loro contributo al dibattito, Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, Annarita Trotta, ordinaria di Economia finanziaria dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e Sandro Mazzitelli, docente di Diritto pubblico all'Unical che hanno discusso con Rosella Cerra e Roberto Longo, autori del saggio “34% La storia di una legge per il Sud-La questione meridionale a Bruxelles”.  Un incontro costruttivo finalizzato a sensibilizzare i cittadini su quello che ormai è uno dei temi centrali del dibattito politico e istituzionale del nostro Paese.

A. C.

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