Lamezia Terme – Un altro anno difficile il 2022 per la produzione dei prodotti dell’alveare, poiché condizionato come sta accadendo ormai da qualche anno a questa parte, dai repentini cambiamenti climatici, dall’inquinamento, dal proliferare di specie non endemiche o altre ancora che danneggiano e minano la salute del laborioso e delicato insetto. “Se invece in Calabria qualcuno è contento - spiegano da un’azienda apistica lametina (Apicoltura Miceli) - ad esempio per la fortunata produzione del miele d'acacia dopo tanti anni ritornato sulle nostre tavole, a nostro avviso si sta meglio solo perché si è stati veramente peggio”.
“Il 2022 - spiegano dall’apicoltura - è stato un altro anno fortemente condizionato dai cambiamenti climatici, divenuti, ogni stagione, sempre più repentini. Qualcuno è contento, anche in Calabria, ad esempio, per la fortunata produzione del miele d'acacia, dopo tanti anni ritornato sulle nostre tavole. Ma a nostro avviso si sta meglio solo perché si è stati veramente peggio. Perché sono anni che si combatte in apicoltura. Questo certamente è stato un anno più fruttuoso per la produzione di miele rispetto allo scorso. Ma vista dall'alto, da almeno 5 anni, la situazione risulta parecchio allarmante. A ciò si aggiungono tutte le preoccupazioni legate all'aumento dei prezzi dovute alla crisi che sta colpendo le aziende di diversi settori. Di questi tempi difficile investire, specie se stai puntando su un insetto a rischio di sopravvivenza a livello mondiale. Occorre segnalare che c'è però anche chi riesce magicamente a svendere il miele. Da alcuni, infatti, quello che dovrebbe essere ‘oro’ lo puoi acquistare addirittura a meno della più famosa crema alla nocciola; come se anche questo si potesse facilmente produrre, al bisogno, con litri d'olio di palma! La pandemia, seppur rallentando le attività delle persone, ha fatto scoprire a molti la ricchezza della Natura. Tanti sono più attenti e curano maggiormente l'alimentazione. In questi periodi abbiamo avuto maggiore richiesta e soprattutto, finalmente, oltre che per il solito miele, le persone hanno iniziato a venire da noi per la propoli, approcciandosi a questo altro preziosissimo dono dell'alveare in cui la nostra Azienda è specializzata. Anche in ambito farmaceutico e scientifico qualcosa inizia a muoversi a riguardo degli integratori alimentari naturali, cresce l'interesse. L'assurdo è, visto le continue morie di api che abbiamo subito nel corso di questi anni, non riuscire a far fronte alla crescente richiesta”.
“Siamo ormai ad ottobre - continuano - e continua a far molto caldo. Le api volano ancora. E anche bombi, farfalle, vespe. Ogni animale può subire moltissimo lo stress dei cambiamenti climatici, a maggior ragione se si tratta di una specie che con il freddo va in semi-letargo: l'attività anche in arnia rallenta, la Regina, ad esempio, non dovrebbe più covare fino all'arrivo della primavera. È fisiologico per le api, hanno bisogno del riposo per divenire più forti, per riprodursi. Volano ancora anche tanti calabroni, sono predatori delle api, solitamente le attendono all'ingresso delle arnie per poi letteralmente sgranocchiarle, sono sempre più numerosi tanto che le stesse api, se non interviene l'apicoltore, ormai non riescono a difendersi. Anomale condizioni metereologiche alimentano l'insorgere di diverse malattie dell'alveare. E se le stesse api sono già indebolite da tutte queste situazioni, difficilmente ne escono fuori indenni. Al di là delle problematiche aziendali, come fattoria didattica e sociale non possiamo non segnalare ancora una volta l'elevata probabilità che le difficoltà che ogni giorno affrontano le api possano influire sulla vita dell'uomo. Perché l'ape non è solo miele ma è prima di tutto portatrice di vita attraverso i fiori. Non ultima - concludono - tra le avversità per le api in questi anni l'abuso dei pesticidi in agricoltura: l'unico settore che speravamo venisse definitivamente abbattuto dalla crisi economica! E invece si continua, anche per orti domestici, a fare i piccoli chimici con sostanze che, dopo essere state assorbite dalle api con conseguenze ancora poco studiate perché purtroppo nella nostra società ha sempre la meglio chi vende veleno, andranno anche a finire direttamente nelle nostre pance! Occorre cambiare in fretta, a costo di produrre meno, visto che tanto viene sprecato, garantendo maggiore qualità degli alimenti e la sopravvivenza di tutti, apicoltori compresi ovviamente”!
F.I.
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