Lamezia Terme - Nella cornice della Sala Consiliare del Comune di Lamezia Terme si è svolta la serata dedicata al romanzo “Il Maresciallo di Mileto” di Fernando Giacomo Isabella, un’opera che, evidenziano "continua a raccogliere consensi e partecipazione dopo la prima tappa di Nocera Terinese". Ad aprire l’evento è stato il Consigliere comunale Massimo Cristiano, che ha fatto gli onori di casa introducendo con calore l’autore e i relatori: l’esperto di storia locale Vincenzo Cimellaro, il professore di storia Francesco Mastroianni e il presidente dell’A.N.C. di Lamezia Terme Antonio Strangis, che con le loro riflessioni hanno arricchito il dialogo attorno al romanzo e al suo significato profondo.
Momento particolarmente toccante - raccontano - è stato il minuto di silenzio in memoria di Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello, i tre carabinieri caduti nella strage di Castel d’Azzano in Veneto: una pagina dolorosa che il Tenente Colonnello Strangis ha ricordato con grande commozione e partecipazione sottolineando come “nei giorni scorsi i sindaci dei comuni vicini si sono recati presso le varie caserme per portare mazzi di rose mentre le finestre delle abitazioni private erano listate a lutto, a testimonianza del legame che i veneti hanno verso l’Arma, così come i calabresi, anche se in maniera diversa”.
Il presidente si è soffermato sul documento storico da cui nasce il romanzo: “il registro delle perlustrazioni, che esiste ancora oggi, in cui quando un militare usciva di servizio doveva annotare tutto quello che accadeva, così facendo era possibile procedere a capire le connessioni criminali sul territorio. Sul registro erano annotati anche i punti di riunione tra i Comandanti delle stazioni vicine, perché allora incontrarsi di persona era l’unico modo in quegli anni per scambiarsi informazioni”.
Vincenzo Cimellaro ha invece richiamato “l’aspetto umano dei carabinieri protagonisti del racconto, tra cui il brigadiere Romeo, che ha perso il figlio in guerra, l’appuntato Bordin, che vuole tornare in Veneto e, soprattutto, il Comandate Corso, eroe di guerra che ha combattuto per mesi in Etiopia”. Tutto si svolge a Mileto, luogo in cui permane la memoria di un passato glorioso: “quel piccolo centro fu una capitale fra il 1050 e il 1100, durante la dominazione normanna. Ruggero I, fratello minore di Roberto il Guiscardo, prese possesso della piana di Gioia Tauro e di Mileto ,che era in posizione strategica per controllare il territorio, dove fece costruire una stupenda cattedrale gotica, diversi edifici, una zecca e persino un Mausoleo per Giuditta d’Evreux, nipote di Guglielmo il Conquistatore, della quale era innamorato fin da bambino e accanto alla quale volle essere sepolto. Di tutto questo resta oggi solo la memoria storica, dopo il terremoto del 1783 che distrusse gran parte della Calabria meridionale”.
Francesco Mastroianni ha evidenziato come “attraverso la storia del Maresciallo di Mileto, narrata come un diario di 38 giorni, si apra una finestra su un mondo lontano, per alcuni perduto e per i più giovani mai conosciuto, in cui si ritrovano tradizioni e abitudini scomparse, ma anche temi ancora attuali come la guerra e il carrierismo, rappresentato nel romanzo dal Capitano Morisi”.
“In questo libro – ha concluso Mastroianni - che si legge con estrema facilità, si rivivono con nostalgia ricordi del passato, come i bambini che giocavano a pallone per strada, e si riscoprono mestieri antichi come quello del capillaru, che scambiava i capelli delle donne con oggetti di uso quotidiano, o del sampaularo, che si recava nelle campagne per catturare serpi, vipere o bisce”. Nel suo intervento conclusivo, l’autore ha raccontato la genesi del libro sottolineando che non solo il Maresciallo Corso ma molto personaggi sono ispirati a militari realmente esistiti che per tutta la vita hanno svolto il loro compito con grande responsabilità e dedizione, sacrificando anche i loro affetti più cari. L’atmosfera, intensa e partecipata, ha confermato la capacità del libro di toccare corde profonde, unendo ricordo, identità e orgoglio. Con l’incontro di Lamezia, “Il Maresciallo di Mileto” prosegue così il suo viaggio letterario: il prossimo appuntamento sarà proprio a Mileto, luogo simbolico e cuore della vicenda narrata, dove la storia del maresciallo prenderà nuova vita tra le strade e i volti che l’hanno ispirata.
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