Lamezia, presentato nuovo libro di Luigino Mazzei “Siamo ciò che mangiamo” su alimentazione, neuroscienze e benessere

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Lamezia Terme - Un affascinante excursus nel mondo dell’alimentazione sana e delle scienze della nutrizione nel libro di Luigino Mazzei, “Siamo ciò che mangiamo”, Grafiché Editore, presentato nella gremita sala affrescata di Palazzo Nicotera, con la partecipazione dell’assessore alla Cultura Annalisa Spinelli, dell’editrice Nella Fragale, del neurologo Gianni Caruso intervenuto sul tema “Neuroscienze e sostanze d’abuso”, con letture a cura di Emanuela Stella.

Lo studioso e ricercatore lametino Mazzei – che giunge con questo lavoro alla sua terza pubblicazione, sempre curata dalla casa editrice lametina Grafiché – si propone, all’età di 91 anni, di tramandare tutto il sapere acquisito in anni di esperienza, di studio, di passione per la Biochimica, la Biologia e le Neuroscienze. Anni soprattutto in cui ha praticato uno stile di vita sano e corretto, che lo porta oggi a godere ancora del benessere psicofisico di cui vuole svelare i segreti. “L’alimentazione è una grossa responsabilità, a tutti i livelli”, sottolinea in introduzione la dottoressa Spinelli, “E l’autore ha deciso in questo senso di accettare la sfida di divulgare il tesoro della sua esperienza, facendone dono a tutta la comunità”. “Ѐ la terza volta che Luigino Mazzei ci sceglie per le sue pubblicazioni” continua Nella Fragale, “e con lui ho imparato tante cose: dalla filosofia alla tavola, passando per la Biologia, è tutto collegato”.

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“Il benessere psicofisico dell’individuo”, spiega l’autore a questo proposito, “è collegato a quello della natura, dell’ambiente e degli animali. Ci si deve preoccupare dell’influenza del mocrobioma, rispetto alle modificazioni che può apportare al microbiota intestinale che ci difende attraverso il sistema immunitario, i cicli metabolici, i cicli ormonali. La salute globale è inoltre completata dalla circolarità economica. Dall’antropocene, in cui l’uomo ha aggredito la natura, è necessario, secondo uno scienziato australiano che condivido, passare al simbiocene, cioè ricollegarsi con la natura”. Da qui l’importanza della dieta Mediterranea, che salvaguarda da cardiopatie ischemiche e ictus, e determina le “zone blu”, caratterizzate da popolazione longeva e in salute, presenti ad esempio in Giappone e in Sardegna. Una dieta sana, dunque, che privilegia frutta, verdura e cereali integrali, ed è contrapposta a quella occidentale proveniente dall’America, che si traduce spesso in Italia nella “dieta della quattro P”, a base di pane, pasta, patate e pizza, il cui abuso non è un toccasana per la salute. Cogente nel libro l’appello ai giovani, particolarmente soggetti a farsi sedurre dal cibo nocivo e dalle sostanze d’abuso, cui pure sono dedicate pagine importanti.  Un tema ripreso da Caruso, che individua le tre aree su cui agiscono questo tipo di sostanze: l’area tegmentale ventrale, sede dei centri dopaminergici; il nucleo accumbens, area del piacere e della motivazione; la corteccia prefrontale, coinvolta nelle azioni esecutive come la pianificazione e il giudizio. “Queste zone”, spiega, “sono interessate dai meccanismi d’azione di sostanze come la cocaina, che blocca la ricaptazione della dopamina”. Le vittime di abuso vanno così incontro al craving, ovvero l’impulso irrefrenabile di continuare a fare uso di sostanza. Si tratta di un tema molto caro a Mazzei – data la sua trentennale esperienza come consulente per i Tribunali nei casi di abuso di sostanze – il quale si dice fortemente contrario alla legalizzazione, anche nell’accesa disputa sui cannabinoidi. “La cannabis usata a scopo terapeutico ha solo il 4% di tetraidrocannabinolo”, chiarisce, “quella prodotta oggi per il mercato dell’abuso ne contiene anche il 24 o il 30%, e gli esisti per la salute sono devastanti”.

Giulia De Sensi

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