Lamezia, progetto "ORIENTA…MENTI" all’Istituto Ardito – Don Bosco tra codici, lingue e natura

PHOTO-2025-12-10-18-51-59_23769.jpg

Lamezia Terme - "Il terzo appuntamento del progetto ORIENTA…MENTI, ideato dalla Dirigente Scolastica Dott.ssa Teresa Goffredo e coordinato dal prof. Tommaso Cozzitorto, ha portato nell’aula magna dell’Istituto Ardito – Don Bosco due voci intense, complementari e sorprendenti: quelle del Dott. Giuseppe De Paola, laureato in lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale, docente di tedesco in una scuola per stranieri e specializzando per diventare educatore in un asilo nel bosco in Germania, e di sua sorella, la Dott.ssa Beatrice De Paola, ingegnere biomedico con specializzazione in ingegneria clinica e, attualmente, Software Tester" è quanto si legge in una nota.

"Due percorsi, due vocazioni, un’unica radice: la scuola secondaria dell’Istituto Ardito - Don Bosco, dove entrambi hanno mosso i primi passi verso un futuro che — come hanno raccontato con trasparenza — non è stato scritto in anticipo, ma costruito con curiosità, coraggio e, talvolta, con il coraggio di invertire la rotta. A inaugurare l’incontro è stato il dott. Giuseppe De Paola, il cui intervento - informano - ha commosso e ispirato per la sua disarmante onestà. Dopo il liceo classico — frequentato con passione per il greco e il latino — aveva scelto ingegneria. Ma durante l’esame di Analisi Matematica, nonostante avesse superato brillantemente i primi esami, ha avuto una folgorazione: non era quella la sua strada. Ha così cambiato direzione, dedicandosi alle lingue straniere — una scelta resa possibile, ha voluto sottolineare, proprio dallo studio del latino e del greco: “Chi ha imparato a decifrare una frase di Omero o di Cicerone ha già allenato il cervello a riconoscere strutture, radici, logiche. Il francese, l’inglese, il tedesco non sono nemici: sono cugini lontani di lingue che già conoscete”".

"Oggi Giuseppe - proseguono - vive in Germania, dove ha scoperto una nuova vocazione: l’educazione dei più piccoli. Dal prossimo anno, diventerà educatore in un asilo nel bosco, uno dei tanti Waldkindergärten che in Europa stanno rivoluzionando l’approccio alla prima infanzia. “I bambini non stanno in aula — ha spiegato — stanno tra gli alberi, con il fango ai piedi, le foglie in testa, il vento in faccia. Imparano a osservare, a chiedersi perché, a rispettare ciò che non controllano. La natura non si comanda: si ascolta. E proprio lì, immersi nel bosco, si formano: imparano a crescere con la natura, non accanto a essa — ne scoprono la bellezza, ne seguono i ritmi, ne accolgono i doni. L’obiettivo? Avviare una vita sana e coltivare, fin da piccoli, la cura per l’ambiente: non con regole imposte, ma con lo stupore, il gioco, l’innamoramento.”

Ha concluso con un invito potente: “Non abbiate paura di provare. Non abbiate paura di sbagliare. E se vi accorgete di aver sbagliato, non vergognatevi di tornare indietro: ogni esperienza — anche quella che sembra un vicolo cieco — vi sta preparando a ciò che sarete. Nulla è perduto. Tutto contribuisce.” A seguire, è intervenuta la Dott.ssa Beatrice De Paola, ex alunna dell’Ardito, oggi ingegnere biomedico specializzata in ingegneria clinica e nel testing di software per dispositivi e sistemi sanitari — un ruolo delicato e fondamentale, in cui ogni riga di codice può avere conseguenze dirette sulla salute delle persone. “Non progetto protesi o macchinari — ha spiegato ai ragazzi — ma verifico che chi lo fa non commetta errori. Cerco i bug, i difetti nascosti: sono un po’ come un medico del software”. Con un linguaggio chiaro e coinvolgente, ha introdotto gli studenti al mondo della programmazione, mostrando come un semplice comando in Java possa far “parlare” un computer, e come una virgola mancante possa bloccare un intero sistema.

Ha inoltre sottolineato come la logica computazionale non sia fredda né distante dalla vita quotidiana: “Programmare non significa solo scrivere codice — ha detto — significa imparare a risolvere problemi in modo strutturato, anticipare gli errori, pensare per passi. È una forma di pensiero che serve ovunque: in un laboratorio, in un’aula, in un bosco”. Gli studenti hanno potuto apprezzare le importanti testimonianze di due fratelli, due strade diverse, una stessa idea di vita, fatta di ascolto, coraggio, e fedeltà a sé stessi. Al termine, un lungo, caloroso applauso ha riempito l’aula: non solo per ringraziare, ma per celebrare un’idea che ORIENTA…MENTI sta trasmettendo con forza: orientarsi non è scegliere una materia, un voto, una carriera. È imparare a riconoscere la propria voce e avere il coraggio di seguirla, anche quando va controcorrente. Il prossimo appuntamento è in calendario per sabato 20 dicembre, con nuovi ex alunni pronti a tornare, non per raccontare successi, ma per condividere il valore di una ricerca sincera. Parafrasando l’ingegnere De Paola Beatrice: “Il futuro non è già scritto in codice. Lo scriviamo noi, riga dopo riga, scelta dopo scelta.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA