
Lamezia Terme - Si è svolto sabato 20 dicembre, il quarto appuntamento del progetto ORIENTA…MENTI, ideato dalla Dirigente Scolastica Teresa Goffredo e coordinato dal professore Tommaso Cozzitorto, che ha portato nell’aula magna dell’Istituto Ardito – Don Bosco la testimonianza della Dottoressa Margherita Murone, giovane avvocata e dottoranda di ricerca. Ad ascoltarla, i ragazzi delle classi terze: quegli stessi studenti che, nei prossimi mesi di gennaio e febbraio, dovranno compiere una scelta decisiva per il proprio futuro: il percorso di studi nella scuola secondaria di secondo grado. Ed è proprio da quel “bivio”, dal ricordo di sé seduta, anni fa, tra i banchi dello stesso istituto, che la Murone ha voluto iniziare. Con dolcezza e determinazione - si legge in una nota - ha raccontato come, già alle medie, avesse cominciato a interrogarsi su concetti come uguaglianza, rispetto, amicizia, non come parole da imparare a memoria, ma come valori da vivere, da difendere, da costruire ogni giorno. Ed è proprio in quegli anni, ha detto, che ha capito che l’idea di fare giustizia e di contribuire alla giustizia le facesse vibrare l’anima, e sarebbe diventata parte essenziale del suo futuro. Quella vibrazione l’ha portata al liceo classico, una scelta che si è rivelata fondamentale: lo studio del greco e del latino, spesso considerate come “lingue morte”, le ha aperto, all’università, le porte della comprensione del linguaggio giuridico, denso di radici classiche, strutture logiche e precisione concettuale.
Ma non solo libri: è stata anche l’esperienza del progetto CIAK, attivo anche all’Ardito – Don Bosco, a darle una chiave in più per capirsi. Recitare, immedesimarsi, ascoltare storie diverse, tutto questo le ha insegnato a guardare il mondo con gli occhi degli altri, un’abilità essenziale per chi sceglie di fare l’avvocato. E poi, a 16 anni, la svolta internazionale: ha partecipato al Model United Nations (MUN) a New York, grazie anche alla formazione linguistica ricevuta proprio nella scuola media Ardito. Lì, in inglese, ha vestito i panni di una delegata ONU di uno Stato africano e ha discusso di stress post-traumatico da guerra e diritto alla salute mentale. Con grande sincerità, ha raccontato anche un momento di svolta nella sua vita: all’inizio pensava di voler fare la magistrata. Ma durante una simulazione di mediazione in un caso di divorzio, si è resa conto che la sua vera vocazione non era giudicare, ma comprendere: ascoltare i bisogni delle persone e cercare per loro soluzioni. Oggi Margherita segue due strade parallele: è praticante avvocato, in attesa dell’esame di abilitazione, e dottoranda di ricerca all’Università di Catanzaro, dove studia un tema di frontiera: il ruolo dell’intelligenza artificiale nei processi penali. Due percorsi che dimostrano, ancora una volta, che il futuro non è un binario unico: è una rete di possibilità, aperte a chi studia, si interroga e non smette di cercare. Ai ragazzi ha lasciato un invito chiaro e semplice: “Esploratevi dentro. Ascoltate ciò che vi appassiona, anche a tredici anni. Non sottovalutate nessuna esperienza, neppure quella che sembra piccola o casuale. È lì, già alle medie, che comincia la costruzione del vostro progetto di vita.” Al termine, un lungo applauso ha riempito l’aula: non solo di riconoscenza, ma di fiducia ritrovata. La Dirigente Scolastica e i docenti ringraziano Margherita Murone: una giovane voce che, con semplicità, competenza e autenticità, ha saputo trasmettere ai ragazzi un messaggio chiaro: non esiste una strada predefinita, ma esiste la possibilità, fin da subito, di camminare con coerenza, ascoltando sé stessi e restandovi fedeli.
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